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Il giustiziere della notte

Regia di Eli Roth vedi scheda film

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La recensione su Il giustiziere della notte

di Furetto60
6 stelle

Remake del "cult" del 1974,nel suo genere, si può definire un film riuscito, anche se il messaggio che veicola è "pericoloso".

Paul Kersey è un chirurgo che vive una vita tranquilla e coscienziosa,ha una bella famiglia e una bella casa.Una brutta sera,il dottore mentre si trova al pronto soccorso,riceve la notizia che sua moglie è stata barbaramente uccisa e sua figlia gravemente ferita da tre balordi  penetrati in casa sua per compiere una rapina .Sconvolto dall'accaduto, constatando di volta in volta  i soprusi cui le persone più deboli,quotidianamente subiscono da criminali che agiscono indisturbati, per la solita inefficacia  della polizia, Kersey dopo aver trafugato la pistola di un giovane membro di una gang,ricoverato in ospedale,inizia a farsi  giustizia da solo per le strade di Chicago  La sua prima impresa è filmata quasi per caso da un testimone e il video diventa virale, facendo di lui una specie di eroe del web, chiamato il mietitore, andrà a caccia degli assassini della moglie e non solo, comincerà una decisa crociata contro teppisti e delinquenti di ogni risma.

 Remake de "Il giustiziere della notte"con Charles Bronson, diretto da Eli Roth e interpretato da  Bruce Willis,questo “giustiziere” è un uomo comune,non  un professionista della morte, infatti, alla sua prima sparatoria, impugna la pistola talmente male da procurarsi  un  taglio nella mano a causa del rinculo dell'arma.Le uniche  doti che gli consentono di  uscire vincente,da questa situazioni di confronto o scontro, sono la sua arguzia e la sua audacia.

La scelta di cambiare professione al protagonista rispetto alla pellicola anni Settanta, trasformandolo in un chirurgo di pronto soccorso, è particolarmente azzeccata, in quanto, consente  al regista di mostrare il paradosso e  la schizofrenia di questo personaggio, lo schermo è diviso in due, in split screen, da un lato si vede  Kersey, al pronto soccorso, estrarre i proiettili dal corpo della vittima di una sparatoria, mentre dall'altro lo vediamo inserire nuovi proiettili nel suo caricatore,dunque salvatore  e giustiziere al contempo.

Dal regista di “Hostel" ci si poteva attendere, una rappresentazione della violenza abbastanza "splatter" Invece la regia si mantiene contenuta,per quasi tutta la durata del film, senza scivolare quasi mai in particolari troppo brutali e raccapriccianti.

Il film è un action  semplice e diretto, con scene veloci e secche, stile vecchia  maniera,l'interpretazione di Bruce Willis è abbastanza accettabile .Le atnosfere sono cupe e tenebrose e  la colonna sonora è coerente con questo clima,. L'ampio uso di “Back in black” degli AC/DC, traccia già ampiamente collaudata dai film di Ironman, è molto appropriato.

Il film ,come lo sono stati a suo tempo anche i suoi predecessori,è una discutibile e pericolosa celebrazione della giustizia fai da te,propugnata come unico rimedio,  a surroga di una giustizia dello stato evidentemente insufficiente, in un periodo oggi,particolarmente delicato,in cui in America spesso scuole ,università e altri luoghi di aggregazione diventano spesso, veri e propri teatri  di guerra e procurarsi un'arma è davvero molto facile.In Italia peraltro la situazione è altrettanto difficile,si sta avviando un controverso processo di modifica del concetto di legittima difesa, nell'ordinamento giuridico.Naturalmente non è questa la sede per decidere se ciò è giusto o meno, ma è chiaro che il problema è molto scottante e attuale.

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