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Manuel

Regia di Dario Albertini vedi scheda film

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La recensione su Manuel

di gaiart
8 stelle

QUANTO VALE UN SOPRACCIGLIO? Manuel. Un sorriso angelico. Un sopracciglio ribelle in continuo movimento. Il modo originale, libero, accogliente di muovere l'arcuato sopracciglio del protagonista, l'eccellente e giovane attore Andrea Lattanzi, che da solo regge tutto il film per ben 98 minuti senza cedere mai, con una potenza e una poeticità

QUANTO VALE UN SOPRACCIGLIO?

 

 

...con tono imperativo e con sopracciglio minaccioso

(Alessandro Manzoni)

 

    Manuel. Un sorriso angelico. Un sopracciglio ribelle in continuo movimento. Il modo originale, libero, accogliente di muovere la porzione laterale dell'arcuata arcata pelosa del protagonista, l'eccellente e giovane attore Andrea Lattanzi, che da solo regge tutto il film per ben 97 minuti senza cedere mai, con una potenza e una poeticità rare, vale davvero tutto.

 

E basterebbe anche solo quello. Un arcata di peli sul lobo prefrontale e i suoi movimenti ondulatori.

 

   In realtà, uno sguardo dolce e magnetico, un fisico grande, altissimo, tipo gigante buono, rende il personaggio super amato fin da subito non solo dai ragazzi e membri della casa famiglia che lo ospita, ma anche agli spettatori.

 

     La regia ottima di questo autore, Dario Albertini, già abituato a documentare vite, gli sta addosso a Manuel come un segugio, come se gli fosse dentro, e noi con lui, rende la storia potente e veritiera, credibile e poetica, disumana e assurda al tempo stesso.

 

     Manuel la cui madre è in carcere, è un ragazzo responsabile, sempre pronto ad aiutare gli altri nonostante la vita difficilie e la crescita fin dai tredici anni in custodia. Vive un senso di responsabilità soffocante, soffre di attacchi di panico, ed è davvero cresciuto prima del tempo, a suo discapito, controvoglia, obbligato da eventi soverchianti, da persone sconosciute, da muri che non erano i suoi e senza il nesso causale di casa, quando si intende con essa famiglia, nido, protezione.


      Nell'ottica di recuperare sua madre e i crimini da lei commessi, essere inconsapevole, Manuel, essere consapevole e altruista, generoso e anima grande, le si contrappone, come il male al bene, come il vuoto al pieno.

Un eroe tra i pochi che scappano dal fare nulla, dal bullismo, dal vuoto cosmico, dall'iphone perenne.

 

     La sua capacità di mettere ordine, di fare le cose con amore e trasformarle in bellezza, dal pulire la casa, all'aiutare un disadattato, a ricevere e ascoltare un amico, fa stare bene e da speranza. Ai crimini e al disastro a cui anche geneticamente potrebbe essere portato contrappone costruzione; alla distruzione aggiunge valore. Un modello del tutto positivo. Un film utile ai più giovani che spesso mancano di focus e anima.

 

   Un film semplice tutto sommato, che da valore ai valori. Che fa riflettere nella sua essenza scarna, ma profonda, intima e ferita; proprio come l'adolescenza del grande MANUEL.

 

 

 

 

 

 



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