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Professione reporter

Regia di Michelangelo Antonioni vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Professione reporter

di Aquilant
8 stelle

DAVID È DISTESO SUL LETTO MENTRE ALLA SUA DESTRA LA FINESTRA SI APRE SUL MONDO CIRCOSTANTE BRULICANTE DI UMANITÀ. - Fiat Cinquecento che attraversa la strada con fragore. - Ragazza che passeggia nervosamente. - Echi sinistri di “deguello”. - Fiat Cinquecento di ritorno. - Bambino che tira sassi ad un cane. - Citroen in arrivo. - Due uomini che scendono. - Negro che si avvicina alla porta. - Ragazza con passeggero. - Scomparsa della Citroen. - Zoomata verso l’esterno. - Auto della polizia che si ferma sulla sinistra. - Apparizione di bambini che giocano. - Orizzonte che si allarga a dismisura.- Arrivo di Rachel. - Inquadratura ravvicinata che si sposta sulla destra. - Rachel che entra nell’hotel. - Ragazza che bussa disperatamente alla porta della stanza di David. - Macchina da presa che torna al punto di partenza inquadrando David riverso sul letto privo di vita. - Rachel che disconosce il marito. - Ragazza che identifica David. - Fiat Cinquecento che riparte. - Inquadratura dell’Hotel de la Gloria. - Chitarra struggente nella notte. - CELEBERRIMO PIANO SEQUENZA CHE CON UN MOVIMENTO CIRCOLARE DI 360 GRADI DOCUMENTA IN POCHI MINUTI UN DRAMMA UMANO CHE SI CONSUMA NELL’ARENA SENZA CLAMORI, IN SORDINA COSÌ COM’ERA INIZIATO, IN UN ANONIMO EPILOGO STILE “DEATH IN THE AFTERNOON REVISITED.” – Ed è incentrato su di un mistificante scambio di vite umane questo caustico ritratto tra finzione e documento che ha per soggetto un uomo risoluto a prendere a calci il suo passato come rivalsa nei confronti di una realtà demitizzante, ignorando che a volte può risultare pericoloso appropriarsi delle altrui esistenze se non si è disposti a subire fino in fondo le laceranti conseguenze di un atto che rimette irrimediabilmente in discussione la propria identità. Con implacabile lentezza la pellicola ci mostra le diverse sfaccettature della personalità del protagonista mentre una morsa fatale va pian piano chiudendosi attorno alla sua persona ora che la responsabilità di un atto controverso va facendosi più pesante di un macigno. Lo stile della storia è asciutto e sobrio, le sequenze ed il montaggio avvolgenti quanto basta. La narrazione mira volutamente all’essenziale, ponendo comunque gran cura nei particolari con un occhio di riguardo ai sommovimenti tellurici che insanguinano il continente africano. Inoltre quel muro che nella trilogia veniva ad essere eretto tra due esseri umani incapaci di comunicare si frappone nel nostro caso tra il protagonista ed il suo passato, solido come i bianchi calcinacci di terra di Spagna, ove David andrà incontro alla sua nemesi. Un cambio di forma quindi, non di sostanza, a rammentarci le difficoltà di vivere una vita normale se supportata unicamente da un irrimediabile vuoto esistenziale. Un capolavoro devastante dall’interiore potenza espressiva, per anime perdute. Alla ricerca di sé stesse.

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