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Poveri ma ricchissimi

Regia di Fausto Brizzi vedi scheda film

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La recensione su Poveri ma ricchissimi

di silviodifede
1 stelle

"Toglieteci tutto, ma se ci togliete il calcio..." urla il cittadino in uno sfogo populista: domanda, quando in precedenza avevano tolto la corrente all'intero paese, il calcio come lo guardava? Fotografia di una sceneggiatura imbarazzante e dell'ennesima porcata in salsa brizziana.

Se già il primo film era stato una colossale schifezza, cosa attendersi dal sequel quando le idee (che peraltro erano riprese da un film francese) non ci sono più?

Il fatto che il primo film abbia avuto (chissà per quale motivo) un discreto successo spinge Brizzi & Co a tentare di lucrarci sopra creando un sequel ancora più improbabile e ancora più brutto, con gag da cinema di Serie Z, twist e situazioni da cinema che non appassionerebbero nemmeno un bambino di quattro anni e riferimenti all'attualità (o quasi, le leggi ad personam berlusconiane erano già situazioni dell' "ieri" italico) degni del Bagaglino.

 

Ne esce allora l'ennesimo film brizziano: il fatto che questo personaggio patetico riesca a trovare ancora dei produttori pronti a investire e degli spettatori pronti ad affollare (più o meno) le sale è lo specchio di un paese ridicolo, il paese in cui un Poveri Ma Ricchissimi può uscire tranquillamente nelle sale.

 

Tra le schifezze della sceneggiatura, da sottolineare un'incongruenza indegna. Al paesino dei protagonisti viene per circa una settimana tolta la corrente elettrica dallo stato italiano, ma il terrore generale arriva quando lo stesso stato decide di tagliare a questo paesino nientemeno che Sky Calcio, a suon di populistico "potete togliermi tutto, ma se mi togliere il calcio...". Domanda: quando non c'era la corrente elettrica come lo guardavano il calcio?

 

De Sica ormai è la fotocopia sbiadita di sé stesso, mentre Brignano continua con i suoi personaggi in stile "cane bastonato" tentando giusto un paio di battute (imbarazzanti entrambi). Alla Ocone spetta un'abbozzata parodia delle "50 Sfumature" da far cadere le braccia, mentre è triste vedere uno come Paolo Rossi in un film simile, peraltro dimostrando di essere egli stesso in cattiva forma. La Comello riesce a incespicare pure nelle poche battute che è chiamata a dire. Cast imbarazzante in toto.

 

Degno contorno le musiche, uscite dalle peggiori soap opera anni '70.

 

Film dilettantesco. Mi preoccuperei della salute mentale di chi ha apprezzato una robaccia simile.

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