Regia di Christian Gudegast vedi scheda film
Brutta storia, il traffico. Soprattutto se "lavori" a Los Angeles, la città più rapinata di tutti gli States. E ancora di più se hai pianificato alla perfezione una rapina, con tanto di messinscena, niente di meno che alla American Federal Reserve. Già, perché siamo in piena zona heist movie, dove tutto giocato sulla guerra di nervi tra un rapinatore (Schreiber) e la sua banda (ma dentro c'è un personaggio-chiave, a disposizione per il sequel) e un poliziotto dalle maniere spicce, fedifrago e sboccatissimo (Butler). Il film scritto e diretto da Christian Gudegast è un poliziesco muscolare ma con più di un tocco di originalità non solo nello sviluppo dell'asse narrativo principale, ma anche per qualche innesto semi-comico (la scena del fidanzatino catechizzato dal futuro suocero su come trattare la sua bambina è esilarante) e per l'aggiunta di deviazioni sentimentali (aspettiamo il prossimo capitolo?). Tra i tanti prodotti immondizia che escono dalla fucina di Hollywood, questo ha almeno il merito di una buona tenuta della regia e una solida direzione degli attori. Certo, Gudegast non è Michael Mann e Heat resta lontano anni luce, ma almeno ci prova: ridisegna una Los Angeles notturna e scassata, fatta di strip club, rampe autostradali e centri commerciali dove il confine tra legalità e crimine è più sottile di una ricevuta bancaria. Butler, dal canto suo, interpreta il suo solito ruolo da macho borderline (versione tardo-impero), sempre pronto a mescolare interrogatori e cazzotti, mentre Schreiber regala una maschera glaciale e (quasi) muta da ex militare con un piano impeccabile. Il film è lungo, forse troppo, e mastica dosi eccessive di testosterone, ma almeno non si prende del tutto sul serio. E in fondo, in un'epoca di supereroi in tutina, anche un vecchio poliziesco all'americana sa ancora come far rumore.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta