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Gli sdraiati

Regia di Francesca Archibugi vedi scheda film

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La recensione su Gli sdraiati

di mm40
2 stelle

Giorgio Selva è il conduttore di un popolare talk show tv; divorziato, non vede l'ex moglie da 7 anni ma con lei si divide Tito, 17enne scontroso e taciturno. Se con il padre ha un pessimo rapporto, Tito ha più confidenza con il nonno materno Pinin, grande amico di Giorgio. Quest'ultimo, malato di egocentrismo e maniacale nelle sue continue imposizioni di disciplina superflua al figlio, passa con nonchalance da una donna all'altra approfittando della sua fama; a un certo punto però Tito comincia a uscire con una coetanea che potrebbe essere figlia di una relazione clandestina di Giorgio, e quindi sua sorellastra.

 

Francesca Archibugi dietro la macchina da presa, Claudio Bisio davanti e il romanzo più bello di Michele Serra come base di partenza: su Gli sdraiati non potevano esserci dubbi, sarebbe stato per forza di cose un ottimo film. E invece qualcosa è andato storto, a quanto pare: in cento minuti di pellicola il retrogusto dolceamaro delle pagine di Serra è l'unica cosa apprezzabile che viene alla luce; per il resto si sta parlando di una commediola brillante "all'italiana" (definizione che purtroppo in questi anni ha assunto una valenza negativa) genericamente orientata verso il difficile rapporto genitore-figlio che assume connotazioni ancora più esasperate quando il primo è soffocato da un egocentrismo smisurato, incapace di osservarsi attorno, e il secondo è un adolescente diviso fra padre e madre senza riuscire a prendere la parte dell'uno o dell'altra. La sceneggiatura della regista e di Francesco Piccolo si sofferma su particolari spesso ininfluenti, mettendo in piedi una serie di dialoghi disastrosi e una buona manciata di sequenze incredibili (nel senso della parola: impossibili a essere credute) che creano ripetute difficoltà agli interpreti, prima fra tutte quella che vede protagonista Donatella Finocchiaro: nessun dubbio sulla sua statura di attrice, tanti dubbi sulla sua performance nel cameo che la vede in scena. Oltre a ciò, a Bisio sarebbe servita qualche moderazione sul set: sbrigliato alla massima potenza offre il suo vasto campionario di mossette, faccine, smorfie e gesti teatrali a (dis)servizio di un personaggio cui l'overacting non può che far male. A questo punto meglio l'interpretazione del giovane Gaddo Bacchini nei panni di Tito, e da salvare è anche il ruolo di spalla riservato a Cochi Ponzoni, che naturalmente avendo una certa età, come certo cinema italiano impone in questi anni, a un certo punto del film deve assolutamente morire. In ruoli minori troviamo infine Sandra Ceccarelli, Gigio Alberti, Federica Fracassi e Antonia Truppo. 2,5/10.

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