Regia di Francesca Archibugi vedi scheda film
L'equilibrio serio-faceto è alquanto grezzo, però la credibilità degli attori non cala mai.
Chissà se Fabio Fazio si rispecchia nel prototipo di uomo rivestito da Claudio Bisio nel decimo lungometraggio di Francesca Archibugi. Che Giorgio Selva sia l'alter ego del noto conduttore televisivo è comunque inconfutabile: Michele Serra, che ha scritto il romanzo adattato da Francesco Piccolo e la regista, è stato per anni tra gli autori di Che tempo che fa, trasmissione di cui Selva presenta un surrogato (percependo, peraltro, un cachet da capogiro). Ma il sottile accostamento identitario prepara in realtà il terreno a un ragionamento di asprigno succo politico su chi siano i veri "sdraiati", cioè gli esponenti di una Sinistra che col tempo è indolentemente divenuta Destra. Se l'inflessibile rigore dei vecchi si chiama Destra e l'impeto ribellistico e sregolato dei giovani ha il nome di Sinistra, l'incomprensione fra i due schieramenti non può che concretarsi nello scontro tra i padri e i figli. Purtroppo l'intelligenza di questa tesi fatica largamente ad ottenere visibilità nel mare delle aggiunte apportate al testo di Serra in sede di sceneggiatura (il martellante dubbio sulla seconda paternità del protagonista inghiotte un terzo di film) e la promozione in chiusura dell'etica del compromesso è scontata. L'equilibrio serio-faceto è alquanto grezzo, però la credibilità degli attori – dei diversi ragazzi, di Cochi Ponzoni e di Antonia Truppo in testa – non cala mai.
Musiche strumentali di Battista Lena.
Film DISCRETO (6) — Bollino VERDE
VISTO al CINEMA
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