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Drugstore Cowboy

Regia di Gus Van Sant vedi scheda film

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La recensione su Drugstore Cowboy

di supadany
8 stelle

Il Gus Van Sant prima maniera rimane, secondo me, un regista interessante, ma ritengo anche che molti dei suoi lavori legati a questa fase della sua carriera non siano così forti da potersi garantire una “vecchiaia” cinematografica di allori sicuri, o almeno non pari all’entusiasmo che suscitarono alla loro uscita (da ragazzino mi sembravano il bengodi).

Ciò non toglie che meritino comunque di essere inquadrati in funzione della data di realizzazione e che comunque un film come questo rimanga comunque piuttosto valido nel suo complesso anche senza considerare questo aspetto tempistico.

Bob (Matt Dillon) e sua moglie Dianne (Kelly Lynch), insieme agli amici Rick (James Le Gros) e Nadine (Heather Graham), sono un gruppo di tossicodipendenti specializzati in rapine ai drugstores alla costante ricerca di droghe e farmaci.

Nel loro girovagare sono inseguiti dal tenente Gentry (James Remar) che cerca in tutti i modi di incastrarli per bloccare le loro malefatte.

Poi un evento drammatico convince Bob a provare a cambiare abitudini, però il passato non si può cancellare facilmente a comando.

 

 

Secondo film per Gus Van Sant che gira con uno stile molto personale e sentito in grado di rendere credibile l’universo legato al mondo delle dipendenze, e con esso tutte le sfaccettature automaticamente annesse, nel bene e nel male dei fatti.

Il contesto rimane ancora oggi valido, per quanto nel frattempo il tema sia stato quasi vituperato (anche in modi diametralmente diversi tra loro), soprattutto per il punto di vista intrapreso, ovvero quasi superpartes (nel senso che non condanna apertamente).

Così il clima complessivo è sempre in tensione e segnato con cadenza regolare da eventi di varia natura, che regalano momenti degni di nota, senza che le azioni pargano solo fini a se stesse, cosa che invece è capitato ( e capita) spesso quando viene affrontato un tema come questo.

Complessivamente quindi Gus Van Sant ci regala una visione anomala, ed anche per questo interessante, avvalendosi per di più anche della prestigiosa presenza di William Burroughs.

Opera quindi completa ed ambivalente, un’operazione non riuscita al 100%, ma ricca di aspetti meritevoli di attenzione.

 

Gus Van Sant

Il suo punto di vista risulta essere vincente.

Matt Dillon

Decisamente in parte, domina la scena in maniera quasi spavalda.

Molto valido.

Kelly Lynch

Convincente, tiene egregiamente il passo del compagno di scena.

James Remar

Discreto, ha il ruolo che più si smarca dagli altri e sul quale l'attenzione riposta non è eccessiva.

William S. Burroughs

Piccola parte, ma sentita, per lui.

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