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Magnifica ossessione

Regia di Douglas Sirk vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Magnifica ossessione

di luisasalvi
4 stelle

D'accordo che lo si debba leggere come melodramma senza pretendere ciò che non è; d'accordo con l'affermazioni dello stesso Sirk, che sia un "misto di kitsch, follia e letteratura di terz'ordine", un po' meno che "tra l'arte e la spazzatura c'è pochissima distanza, e la spazzatura che contiene un grano di follia è per questo più vicina all'arte", cosa che può essere affermata come paradosso, e ne avevo affermati di simili da giovane, ma avvertendo già allora che andavano presi con un grano di sale piuttosto che di follia; la quale a volta somiglia all'arte, ma solo per i profani; di fatto poi fra arte e spazzatura c'è un abisso, anche se può bastare un colpo di genio (il colpo del genio) a fare la differenza. Sirk non ce l'ha, mentre credo che l'abbia Fassbinder che ama e forse ammira Sirk. Bob Merrick (Hudson) è un miliardario nullafacente, e fin qui Hudson sembra a suo agio nel recitarlo; ha un incidente e viene salvato grazie all'apparecchiatura per la respirazione artificiale che il dottor Phillips teneva sempre pronto per sé che soffriva di cuore; subito dopo il dottore ne ha avuto bisogno per sé, e non avendolo è morto. La moglie Helen (Wyman) è irritata con Bob che non ne poteva niente ma che ci resta male e vorrebbe aiutarla, ma ne è disprezzato e respinto. Bob incontra per caso un pittore amico dei Phillips, che gli insegna la teoria del dottor Phillips secondo cui ognuno deve scoprire "la fonte della sua forza vitale (…) ne sarà ossessionato, ma mi creda sarà una magnifica ossessione"; come Gesù, aggiunge ad illustrazione, proponendo il messaggio come evangelico e spiegando che consiste nell'aiutare chiunque senza che nessuno lo sappia, compreso, se possibile, lo stesso interessato. Bob prova subito ad aiutare una conoscente bisognosa di denaro, ed ha la prova immediata della validità della teoria, perché subito vede Helen; la ferma di nuovo, raccontandole l'accaduto. Nel respingerlo lei finisce sotto un'auto e diventa cieca. Bob cerca sempre più di aiutarla, le si presenta sotto altro nome e lei non vedendo non lo riconosce. Ottiene di farla visitare in Svizzera dai tre maggiori specialisti mondiali, che escludono ogni possibilità di intervento "per ora". Lei è disperata, ma arriva Bob, lei ne è felice, sapeva già chi era, ne riceve una proposta di matrimonio, e scappa per lidi ignoti per non farlo soffrire. Lui intanto diventa chirurgo. Viene avvertito che lei sta morendo in Messico e la raggiunge e… la opera salvandole la vita e ridandole la vista. Difficile immaginare una storia più assurdamente melodrammatica. Ce ne sono anche di più melodrammatiche, ma non capisco perché debba anche essere così assurda. Quelle di Verdi lo erano meno, e avevano almeno l'attenuante che là contava la musica, come dice la parola stessa. Ma passi anche questo, dato che nel melodramma si deve sorvolare sulla vicenda. Qualcuno dice che questa è raccontata in modo meraviglioso, per esempio nell'uso del colore. Ma io proprio il giorno prima avevo visto Michurin di Dovzenko, del 1948, altrettanto retorico, per ben diversi motivi; ma che diversa arte, che straordinaria capacità di usare il colore! Qui l'amore fra i due dovrebbe sbocciare in una splendida notte svizzera, che Helen non vede, essendo cieca; il guaio è che noi invece la vediamo: uno sfondo chiaramente falso, su un fondale di brutta fotografia, di un paesaggio innevato, "nel quale" viaggiano in spyder di notte due innamorati così accesi d'amore da non sentire il freddo. Anche i paesaggi visti dalle finestre, sia in Svizzera sia in Messico, sono pacchianamente finti e da cartolina. D'accordo, è l'epoca, ma che bisogno c'era di ficcare quelle brutte foto da sfondo? Semmai potevano farsi mandare qualche foto da Dovzenko… Ma la cosa peggiore è quella centrale, il tema e il titolo, che evidentemente Sirk considera molto importante, perché il discorsetto fatto dal pittore viene ricordato da Bob rimasto solo, e si suppone che quel ricordo lo convinca a diventare medico; poi lo stesso regista lo fa ripetere dalla voce fuori campo alla conclusione del film, a sottolinearne la centralità. Proposto come messaggio evangelico, di fatto lo capovolge: Gesù invita a sottomettersi al "giogo" dell'amore universale, che è dolce e leggero, rispetto a quello della legge, che opprime; il "premio" di quel giogo è il giogo stesso, la croce presa da chi lo segue. Qui invece ti assicurano che la coerenza sarà dura ma darà il suo premio materiale; questo in realtà non viene detto, ma viene mostrato nel lieto fine; in compenso tutto è facile per Bob; l'unica difficoltà possibile sarebbe la fatica della laurea in medicina, ma non la si vede, viene quasi per miracolo, come premio, come tutta la conclusione: l'opposto del messaggio evangelico, ma tipico messaggio puritano dell'America benpensante e forse già della Danimarca luterana da cui Sirk proviene. Per non parlare delle assurdità anche concrete, anche nell'ottica benpensante americana, di tale scelta: il dottore benefattore lascia una moglie e un ospedale indebitati destinati al fallimento ed alla miseria, salvati solo da un miliardario che a sua volta può beneficare gli altri grazie ai suoi miliardi. Né ha insegnato amore a chi gli sta vicino: Helen alla sua morte esce dicendo "l'amavo tanto", ma lascia lì disperata la figlia di lui, che poco prima l'aveva appena detta "mamma". Entrambe poi continuano a rifiutare Bob che cerca di aiutarle pur non avendo alcuna colpa. Chi esce meglio è Bob, pur nella sua stupida ostinazione a voler parlare a Helen che lo rifiuta. Non ci vedo neppure i sottintesi edipici che poco galantemente vuole scorgere Mereghetti nel fatto che Wyman ha una decina d'anni più di Hudson… Nulla a che fare con il messaggio evangelico; probabilmente nulla già nel romanzo del pastore luterano Lloyd C. Douglas. Dovrò cercare di vedere Al di là delle tenebre, di Stahl (1935; ma il titolo originale è lo stesso di questo), che sembra aver eliminato "ogni traccia di misticismo religioso presente nel romanzo", ma anche qualche inutile assurdità; per esempio lui è un po' più responsabile della morte del dottore e della cecità di Helen. Sirk ha fatto anche altri remake da Stahl. Comunque, nell'ottica dell'amore universale, le spese sostenute per una visita ad Helen avrebbero potuto salvare da cecità un numero immenso di poveri del terzo mondo che ogni anno diventano ciechi per mancanza di modeste cure. Ma il messaggio della forza motrice o della energia vitale, di successo in America, va sempre a vantaggio personale e ignora chi non è americano.

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