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Manicomio

Regia di Mark Robson vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Manicomio

di Dany9007
8 stelle

Arrivati negli anni ’40, la Universa, casa produttrice per eccellenza di film horror, pativa una chiara carenza di idee attutita solo da una produzione miscellanea di mostri con incontri sempre più bulimici tra la creatura di Frankenstein, Dracula, lupi mannari e vari derivati da L’uomo invisibile o La mummia. Ecco quindi che la RKO puntò invece su un approccio più talentuoso: non cercò infatti di spettacolarizzare la paura, quanto di suggerirla e, soprattutto, volle uscire da quelle “maschere” che ormai erano divenute delle parodie rispetto ai modelli iniziali. Registi come Jacques Turneur (Il bacio della pantera), Ray Wise (La jena) dettero prova di riuscire ad impostare nuove logiche in questo genere. Sotto l’attenta gestione del produttore Val Lewton, di origine russa e già montatore con Orson Welles e che si cimentò anche come sceneggiatore sotto pseudonimo, i budget ristretti e le tempistiche sfidanti di realizzazione (il contratto con produzione prevedeva all’epoca film sotto il costo di 150.000 dollari e durata entro i 75 minuti) non limitarono la possiblità di realizzare film eccellenti. Manicomio diretto e co-sceneggiato da Mark Robson (l’altro sceneggiatore era proprio Val Lewton) rientra tra questi. Con un eccellente Boris Karloff nel ruolo del ghignante e nerovestito dispensiere George Sims, personaggio feroce e dalle trovate luciferine, il film, pur con le ingenuità e le semplificazioni dell’epoca, ci porta in uno scenario da incubo, quello del manicomio Bethlem Royal Hospital comunemente detto Bedlam. I malati qui sono rinchiusi senza alcuna tutela né umanità: le uniche regole sono quelle del terrore, dell’umiliazione e della frusta. La protagonista femminile, Nell Bowen (Anna Lee) mossa a compassione di fronte a tanto cinismo, cerca di avere il sostegno del potente Lord Mortimer per poter migliorare le condizioni dei degenti, scontrandosi naturalmente con la disonestà e la ferocia di Sims. Quest’ultimo riesce quindi a muovere a suo vantaggio tale interessamento tanto da far risultare la stessa Nell inferma mentalmente e, quindi, farla rinchiudere a Bedlam. Il terrore iniziale e la condizione di disperazione, alimentate dalle feroci trovate di Sims, che rischiano di far vacillare la ragione della giovane donna, riescono infine a trovare un equlibrio tra i soggetti più mansueti e persino tra i più esclusi dei reclusi a Bedlam, grazie alla volontà di Nell di trattarli con umanità e cercando di migliorarne le condizioni. Scopriamo inoltre che Nell non è l’unica sana di mente ad essere finita lì dentro attraverso l’inganno e il tentativo finale di Sims di renderla inerme attraverso una pozione (e quindi farla risultare inferma mentalmente in modo definitivo) permetterà a Nell di aizzare i compagni di sventura verso il carceriere che verrà colpito da una delle degenti più mansuete. I malati mureranno ancora vivo il loro carceriere in modo che nessuno possa accusarli dell’omicidio e anzi questa vicenda spingerà le autorità a fare di Bedlam un istituto modello mirato ad un trattamento umano dei degenti. Come detto ovviamente il film paga le ingenuità dell’epoca: gentilezza e rispetto ovviamente non possono essere la chiave ad una tematica complessa come l’infermità mentale. Ma allo stesso tempo il film porta a riflettere su una tendenza che ancora nella prima parte del XX secolo accostava i malati di mente, i minorati o persone con evidenti difetti fisici ad essere accostati a fenomeni da baraccone, la cui vita era fatta principalmente di segregazione e derisione: la sequenza del giovane che soccombo asfissiato dalla tintura dorata di cui lo hanno cosparso, tra le risa e la curiosità degli astanti è feroce. Un po’ come per i Freaks di Browning, anche i malati di Bedlam sono sfruttati come fenomeni che stimolano la curiosità di visitatori paganti. Eccellente la prova di Karloff che si lascia alle spalle le figure fisicamente “mostruose” degli anni ’30 per sviluppare un personaggio davvero inquietante.

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