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Cuore selvaggio

Regia di David Lynch vedi scheda film

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Eric Draven

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La recensione su Cuore selvaggio

di Eric Draven
10 stelle

 

di Stefano Falotico

 

Cuore selvaggio

 

Livida e crespa è l’avventura intrepida

di due amanti senza tempo…

 

Una storia di perdizione e rinascita, “ingranata” nel David Lynch furente, scardinante già le “ottiche” percettive con fiammeggianti fotogrammi adamantini a dissolverli, temprarli, arroventarli nella possanza d’un Nic Cage, qui Nicholas, come da poster, risonante l’eccentrico “musicista jazz” della sua arte attoriale bizzarra, vereconda e rabbiosa, fulminea d’imprevisti scatti violenti, a turbine livoroso dei suoi occhi color verde smeraldo fuoco, ardenti il candelabro della maliarda quant’ambigua sua figura da scellerato, eroico, romanticissimo gaglioffo.

Tiepido d’occhi cangianti, pronti irresistibilmente ad accendersi in schizzi detonanti a fusione impetuosa della sua morfologia cranica, che si “sgranocchia” in avida consunzione d’atletiche, feline movenze e corporatura robusta quanto rinsecchita dalle imperterrite, ondose sigarette, marce di fervidezza, che sfila e “singhiozza” fra umide, sensuali labbra alla Elvis Presley…

Messo in gabbia perché, per legittima “difesa”, ha ucciso un uomo.

Esce e, ad aspettarlo, la sua bella, ululante Lula, una Laura Dern dalle curve mozzafiato, vogliosa, matta da legare, capricciosa come Cappuccetto Rosso col suo lupo Nic, Sailor Ripley, violante ogni pudore, a corroborante sguinzagliar l’inesausto, pericoloso volante lungo la strada dell’immaginazione frenetica, allucinatoria d’un Lynch favolistico quanto rude, quasi rusticano, evocante ere in cui la vita non era uno scherzo e l’amore incarnava il vero, americano Dream lib(e)rante.

Un capolavoro che profuma di libertà angosciante, come il suo folle, titanico Nic Cage, che va a cacciarsi sempre nei guai per impeto auto-distruttivo irruento, da farsi male per schiacciare il pedale del rischio accelerante, cieco di passione sfrenata.

Dicevamo… esce di prigione e, con la sua amata eterna e immortale, spericolatamente insegue la via luccicante del sogno d’una vita migliore. Ma il tragitto sarà sgambettato da martellanti ostacoli, dalla madre di lei, più psicopatica di tutti, a metter alle lor calcagna un investigatore privato per far saltar in aria il loro piano di fuga e anche di costante ricerca, quasi carnivora, spossante, della redenzione epica.

Poi, compare davvero l’uomo nero, il bruttissimo guercio dai denti cariati e il sorriso di Satana, Willem Dafoe, alias Bobby Peru.

Bobby è l’emblema del “peggio del maschio”, e coinvolge il “puro” Sailor in una rapina col “morto”.

Sailor rimane vivo, ma ritorna in gabbia, beccato in flagrante dalla durissima polizia di confine…

Lula lo ama da morire e l’aspetterà ancora, con il figlio che ha avuto da Sailor.

Stavolta però, Sailor ci ripensa ed è lui a fuggire, con la sua “valigetta” di sogni andati a farsi fottere.

Viene aggredito da una gang locale ma viene “illuminato” addirittura dalla Fata Turchina di nome Glinda, “in carne e ossa” su fattezze dell’abbagliante, irreale Sheryl Lee, la nostra ex Laura “Twin Peaks” Palmer.

Stordito, “ammaccato”, ancora più innamorato, inseguirà la sua Lula, dedicandole l’immane Love Me Tender…

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