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Tutti i soldi del mondo

Regia di Ridley Scott vedi scheda film

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La recensione su Tutti i soldi del mondo

di gaiart
6 stelle

Argenti, sculture, arredi fastosi, ville e tenute da sogno, quadri da capogiro come un Rothko in arancio e un Pollock in nero. Solo per questo vale la pena di vedere quest'elegantissimo film, che documenta il gusto eccelso di questo magnate e collezionista strepitoso

Argenti, tessuti, sculture, arredi fastosi, ville da sogno, quadri da capogiro come un Rothko in arancio e un Pollock in nero.

 

Solo per questo varrebbe la pena di vedere quest'elegantissimo film, che documenta il gusto eccelso di questo magnate e collezionista strepitoso e di conseguenza della regia che lo mette in scena.

 

In realtà, il condizionale non è a caso perchè, tolta l'ottima interpretazione del protagonista e la peculiarità di una storia vera,  drammatica seppur romanzata (male) , il resto del film si crogiola nell'innesto tra un documentario storico e una fiction malriuscita.

 

D'altro canto le vicende su Spacey, il rifacimento di tutte le scene, lo scandalo etc, non hanno fatto da volano utile ad un film già compromesso, nato forse sotto una cattiva stella.

 

Di sicuro i grandi maestri americani,  Woody Allen in primis con l'orribile Wonder Wheel, stanno dando prova di un decadimento generale soprattutto di idee.

 

Qui invece dove  l'idea con una storia forte c'era, c'è anche una bella fotografia e c'è anche  il setting, ma manca una cifra di coesione, manca l'appeal degli attori, tolto il potente nonchè pluriottuagenario Christopher Plummer.

 

Di base  è la sceneggiatura che non funziona;  rimaneggiata sulla base del romanzo di John Pearson non è stata studiata nè scritta in modo interessante; scritta da (David) Scarpa, coi piedi appunto!

 

La base del parterre italiano anni '70, includendo mafia, brigate rosse, comunismo e storielle varie rende "banalotto" il contorno sociale e full of stereotypes.

 

Vale la pena vederlo sgranando gli occhi sui capolavori che inanellano ville, hotel e magioni, meglio di quelli di un museo! Che peraltro Getty possiede a Los Angeles.  BEATO NON LUI MA LA SUA ARTE!

 

Non di certo la sua generosità d'animo e tantomeno la bontà di cuore.

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