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Tutti i soldi del mondo

Regia di Ridley Scott vedi scheda film

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George Smiley

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La recensione su Tutti i soldi del mondo

di George Smiley
4 stelle

Il peggior film di Ridley Scott. Davvero davvero.

Da una sceneggiatura di David Scarpa (l'indimenticato sceneggiatore di quel "capolavoro" del remake di "Ultimatum alla Terra" con Keanu Reeves), inclusa nel 2015 nella lista delle migliori sceneggiature in circolazione non ancora prodotte (e tale doveva rimanere), un film di merda di Ridley Scott. Anzi. IL film di merda di Ridley Scott. Il punto più basso toccato in 40 anni di carriera (bel modo di festeggiarli) dal mio regista preferito. Vedere questo film è stato come passare dall'ascolto di "The Lamb Lies Down On Broadway" dei Genesis a "Invisible Touch" sempre (a quanto sta scritto sulla copertina) dei Genesis. La reazione è stata la stessa: NNNOOOOOOO! Com'è possibile? Che diavolo è successo? Non può essere lo stesso regista che 7 mesi fa era al cinema con quella gnocca di Alien Covenant, è semplicemente impossibile! Dopo 24 film conosco a memoria lo stile di Ridley Scott, persino nei suoi lungometraggi meno riusciti c'è qualcosa che li rende almeno degni di essere visti. In questo non c'è NIENTE. O quasi. Le uniche cose che ho apprezzato sono state l'interpretazione luciferina ed enigmatica di uno splendido Christopher Plummer e la visione della ricchezza come una sorta di condanna, qualcosa capace di corrompere tutto e tutti, persino l'istituzione più antica del mondo, vale a dire la famiglia, una maledizione che spinge gli uomini ad un inutile accumulo di soldi e oggetti come tanti Mazzarò di verghiana memoria, quasi fosse il denaro ad essere il padrone e non viceversa. La freddezza calcolatrice con cui sono rappresentati i rapporti umani e l'isolamento in cui vive la famiglia Getty, nonchè la filosofia di vita del vecchio Jean Paul Getty, capace di prezzare qualsiasi cosa, persino la vita umana, sono gli unici tratti riusciti di un film piatto, scontato, scritto male e (mi duole atrocemente ammetterlo) diretto anche peggio. Della magistrale potenza visiva a cui Scott ci ha abituati nel corso degli anni non c'è traccia, ma nemmeno della glaciale eleganza di film come I Duellanti, Chi Protegge Il Testimone e The Counselor si nota niente. E' un film sciatto, senza alcun guizzo di regia, privo del dinamismo visivo dato dalle inquadrature multiple e poi sapientemente montate a cui ero ormai abituato. La tensione è nulla, il pathos inesistente. Altro problema è quello del ritmo: da sempre Scott è attentissimo nella gestione dei tempi, impiegando spesso un ritmo lento ma che tende ad aumentare di intensità col passare dei minuti. Questo film invece non ha un ritmo lento. Non ha proprio ritmo: le scene si susseguono senza alcuna progressione narrativa, non c'è un vero e proprio climax e gli eventi sono a volte inframmezzati da dei flashback che poco aggiungono alla storia. In tal senso il montaggio di Claire Simpson è totalmente approssimativo; ma dov'è Pietro Scalia quando serve? Quelli che l'hanno criticato per il montaggio di Prometheus e Alien Covenant dovrebbero nascondersi in una foiba, perchè in questo film manca come il pane. E non è finita qui: mio Dio la fotografia. Se c'è una cosa in cui Scott è sempre stato indiscusso maestro è proprio l'uso delle luci. Se penso a film come I Duellanti, Alien, Blade Runner, Legend, Black Rain, Le Crociate e Alien Covenant mi viene da piangere. Nel 30% delle scene (praticamente quelle ambientate nella magione di Getty) la fotografia è buona, nel restante 70% sembra quella di un telefilm. Non è possibile. Gli attori sono lasciati a "pascolare" per il set privi di qualsivoglia direzione, non aiutati da una sceneggiatura inutilmente verbosa e scevra da uno scavo piscologico degno di questo nome (e c'è gente che ha criticato la sceneggiatura di The Counselor: Cormac perdonali, ti chiedo io scusa per conto loro, non sanno quello che dicono). Dulcis in fundo, la colonna sonora: anonima come il fantasma di Canterville. Ma la cosa peggiore, la cosa che mi ha fatto veramente incazzare è il modo in cui vengono dipinti gli italiani e la storia del nostro Paese: un popolo di cialtroni in una nazione del terzo mondo (curioso che per gli americani l'Italia sia sostanzialmente compresa tra Roma e Lampedusa, gli altoatesini devono apparire loro come dei marziani). I rapitori? Una banda di stupidi cavernicoli. Gli  'ndranghetisti e i malavitosi siciliani? Pizza, mafia e mandolino. I "paparazzi"? Lasciamo stare. Le forze dell'ordine? Un branco di incompetenti capaci di scambiare il cadavere carbonizzato di un quarantenne per quello di un teenager, una cosa vergognosa se si pensa a quanti sono morti per contrastare la mafia e le brigate rosse. Ah, già, le brigate rosse! E le brigate rosse? La fiera del ridicolo, peccato che non faccia ridere neanche un po': un circolo di fattoni scappati di galera e mentalmente confusi. Niente a che vedere con la ferocia, la sagacia tattica e la preparazione dei veri brigatisti. Praticamente, uno sputo in faccia alla storia italiana.

Quante volte Ridley Scott è stato criticato aspramente per film dieci volte migliori di questo insulso e dimenticabilissimo "lavoretto", quante volte eh? Legend, Le Crociate, Prometheus, The Counselor, Alien Covenant...qualcuno se li ricorda? Eppure i film che ho citato sono considerati dei flop dai più (di certo non da me!), mentre questo fiacchissimo biopic viaggia a gonfie vele verso i Golden Globes, sospinto dalla brezza soffiata da una critica americana palesemente incompetente. Io ne ho sentite di cazzate che voi tarantiniani non potreste immaginarvi. Nerd con la gola in fiamme a forza di rigurgitare bile sui prequel di Alien, e ho visto film di serie B venire esaltati da folle festanti dai dubbi gusti cinematografici. E tutti quei momenti andranno perduti, nel tempo, come questo filmaccio di merda. E' tempo...di sbronzarsi.

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