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Crying Freeman

Regia di Christophe Gans vedi scheda film

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La recensione su Crying Freeman

di Sciamano
10 stelle

Prima della ribalta mondiale de "Il patto dei lupi"(magnifico film-crossover) Christophe Gans debutta, in sordina, nel 1995 con "Crying freeman": un action potente ed elegante, dalla forte carica stilizzante.
Tratto dal formidabile manga omonimo "crying freeman" narra fedelmente le vicende del killer piangente e della sua amata ,in un mondo di superkillers, racchiuse nei primi due volumi della serie. Gans però spoglia il film della carica sensuale-erotica(anzi a luce rossa!) del fumetto e si concentra, ossessivamente, sull'azione pura cogliendo nel segno. Il riferimento principale è il capolavoro "The killer" di John Woo(non certo il Woo ridicolo degli ultimi film!). Se infatti, in apparenza, i due film abbiano ben poco in comune ci si accorge presto che Gans ha una venerazione per il film di J.Woo che sfocia oltre il citazionismo, si può ben parlare infatti di feticismo puro!..il ridicolo però è ampiamente evitato visto che Gans, pur essendo al suo primo lungometraggio, dimostra una classe ed un'eleganza straordinaria. Ecco allora il citazionismo sfrenato a nastro: il protagonista Marc Dacascos/Freeman vestito, come Chow Yun Fat/Jeffry in "the killer", di bianco(il colore del lutto in cina) nella sublime sequenza dell'esecuzione del mafioso Antonio Rossi(sulle noti imponenti di Verdi!), in un'altra tesissima scena si cammuffa con baffi finti e occhiali scuri, un medesimo stratagemma usato da Chow Yun Fat/Jeffry,(durante l'esecuzione a Tony Weng, sempre in "the killer"), la fuga dall'ospedale di Emu con scambio di persone simile a quella dall'areoporto in "the killer", la sparatoria "in coppia" Freeman/Koh nella villa, come quella mitica di Chow Yun Fat/Danny Lee nella chiesa nel finale di "the killer", la morte di Koh che spira sussurrando parole di onore e tradimento, in un tragico parallelismo con il personaggio Sidney del capolavoro di Woo, e poi ancora le sequenze dei motoscafi, le pistole a scatto, diversi stunts, pose plastiche, ecc.ecc. che richiamano sempre il leggendario film del cinema di Hong Kong. Gans, comunque, evita le banalità come le sequenze stand-off(già ampiamente inflazionate all'epoca da Tarantino, altro citazionista d.o.c.)e double-gun ma anzi si spinge in territori sconosciuti o quasi(vedi i timidi tentativi de "il corvo")al cinema occidentale, ossia, il combattimento marziale di spade, folle e demodè(all'epoca!), del superbo finale con Mark Dacascos che semina morte e sangue: qui compare un'ennesima folgorante citazione, questa volta dedicata al maestro Chang Cheh e al suo "la mano sinistra della violenza"(influenza che "esploderà" ne "il patto dei lupi"), in cui il Freeman/Dacascos fa volteggiare in aria un coltello per poi riprenderlo per il colpo finale(una sequenza in-cre-di-bi-le), in omaggio alla tecnica utilizzata da David Chiang nel film di Chang Cheh.
Gans e il cinema di Hong Kong, un binomio inscindibile, ma anche Gans/Dacascos, un sodalizio vincente e unico,(che raccoglierà il successo meritatissimo con il successivo "il patto dei lupi"), protagonista di sequenze d'azione d'antologia, da segnalare quella dell'esecuzione del capo-yakuza Shimazaki(la vecchia volpe Mako)in un caos di fuoco(le esplosioni delle macchine)e acqua(la fontana dell'agguato) con il Freeman che danza con la morte e il finale di pura catarsi, immerso nel verde della vegetazione e nella bellezza del tempio, con il Freeman(Dacascos!) che compie evoluzioni di arti marziali mozzafiato. Gans, inoltre, tratteggia con una cura inusuale(per un action film)un trio di personaggi femminili(avviene anche ne "il patto" con Marianne Morangias, Silvia e la muta-"indemoniata") che filtra la vicenda da diverse angolazioni: la storia è raccontata in terza persona(con voce off) da Emu(julie Condra), la ragazza che diviene donna del Freeman, donando al film un tocco evocativo, Forge(Rae Dawn Chong) è una poliziotta integerrima che paga caro la sua condotta, Lady Hanada(Yoko Shimada) si dimostra la nemica peggiore del freeman(tra l'altro è protagonista di sequenze memorabili). Completano l'ottimo cast Tchey Kario ,Nitta, il poliziotto corrotto, Masaya Kato nei panni di Ryuji Hanada capo yakuza violento ed ambizioso, Byron Mann è Koh la guida e la spalla del Freeman.
Girato in Canada e costato nulla(solo 7 milioni di $) il film ha delle bellissime ambientazioni(la villa yakuza, il tempio buddista, ecc.), sequenze in costume( un pallino di Gans) e si avvale dell'ormai fido montatore(anche ne "il patto") David Wu, un nome e una garanzia. Pathos, mistero, azione, avventura, pistole e kung fu per quello che si può ben considerare nel suo genere un capolavoro.
"io ti plasmerò, ti renderò più forte, ti renderò più veloce, diventerai micidiale, i nostri nemici sentiranno gli artigli feroci del drago straziarli fino alla morte...vieni ora sei il Freeman..."

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