Regia di Yorgos Lanthimos vedi scheda film
Un altro racconto satirico e allegorico da Yorgos Lanthimos, che adagiandosi costantemente sul crine del grottesco mette in scena uno spietato racconto di umanità viscida e giochi di potere en travesti, che cattura e coinvolge grazie al proprio continuo ribaltamento di ruoli e per merito delle performance impeccabili di un terzetto di attrici in stato di grazia.
Certo, Lanthimos ci ha abituato a ben altro spessore e ben altro cinema e questo suo ultimo film così strutturato e pensato per il grande pubblico non graffia né affascina come molti suoi precedenti, compiendo un considerevole passo indietro rispetto a opere come “Il sacrificio del cervo sacro” o “Kynodontas”. Non riconoscerlo significherebbe fare un torto alla sua carriera e alla sua inconfondibile maestria e poetica.
In definitiva consigliato, perché innegabilmente scorrevole e pungente, ambiguo (aspetto che qui costituisce un’arma a doppio taglio) e molto spesso divertente. Ma allo scorrere dei titoli di coda si fiuta – seppure in lontananza – l’occasione parzialmente sprecata per realizzare un capolavoro. Lanthimos smussa il proprio stile e la propria cattiveria per venire incontro alle necessità del cinema mainstream, perdendo per strada il coraggio pur conservando idee, charme e appeal.
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