Regia di Donato Carrisi vedi scheda film
L’investigatore Vogel (Tony Servillo) è chiamato dalla città ad indagare sulla scomparsa della giovane Anna Lou.
Avechot, paesino sperduto nel nord Italia, è un luogo di plastica (come il modellino che lo rappresenta nell’ atrio dell'hotel che ospita Vogel), dove distinguere fra bene e male non è cosa semplice. Avvolto da una nebbia ambigua e soffocante, il paese si risveglia dal torpore della propria quotidianità brutalmente, facendo i conti con un crimine, riflesso di un mostro che si cela fra la gente per bene.
Carrisi si dimostra regista discretamente maturo, capace di guizzi squisitamente tecnici davvero niente male, ed è abile nella costruzione della tensione lungo l’intera narrazione. Premiante la scelta di non mostrare praticamente violenza alcuna, lavorando eclusivamente sul pathos ottenuto grazie ad atmosfere, musiche ed inquadrature, il tutto cucito quasi chirurgicamente. Un noir immerso nella contemporaneità meschina del nostro paese, capace di riflettere e di spiegare come i media siano in grado di manipolare la verità , che resta una chimera, perché cavalcare la notizia è sempre più importante del dolore delle vittime. Certamente si avverte un disequilibrio in fase di scrittura, non sempre la sceneggiatura fa da collante come dovrebbe, ma almeno ha il pregio di ricercare con cura gli interpreti, fra i quali Alessio Boni è senza dubbio il migliore.
Tony Servillo cavalca il film ad un passo dal manierismo, vestendo i panni di un poliziotto che ha più di qualche scheletro nell’armadio e che finirà in un vicolo cieco, vittima delle proprie azioni.
Derivativo (I soliti sospetti), ma non è necessariamente un difetto, rimane un bell’esempio di thriller nostrano.
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