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40 sono i nuovi 20

Regia di Hallie Meyers-Shyer vedi scheda film

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La recensione su 40 sono i nuovi 20

di starbook
6 stelle

Commediola con pochi spunti di vero interesse se non la bravura della sempre efficace Reese Witherspoon che salva questo progetto dall'immediato oblio.

Alice, restauratrice di interni appena quarantenne, lascia marito e la fredda New York per la calda e accogliente Los Angeles dove l'attende una lussuosa ed enorme villa tipica degli esponenti dello Star System hollywoodiano.

Si tratta della dimora dove ha vissuto da piccola con la madre ed il padre, famoso regista prematuramente scomparso; dove spera di ritrovare la serenità e dare una decisa sterzata alla propria vita.

La bella signora (interpretata dalla Wintherspoon) madre di due bambine deliziose farà la conoscenza di un trio, a cui darà anche alloggio, di promettenti giovani cineasti dei quali, il più attraente, ne diventerà il toyboy.

Alice combatterà con le ansie tipiche di un'età in cui, oberati di responsabilità e solitamente davanti ad un 'bivio importante', tendiamo a fasciarci la testa con troppe domande tra le quali quesiti perlopiù insolubili.

L'arrivo dell'ex marito scombussolerà ulteriormente le carte prima del catartico finale tipico di queste commediole che poggiano su di un registro consueto cadensato da un incipit iniziale descrittivo - l'arrivo di un attimo d'insperata felicità - momento di rottura - finale in cui i tasselli tornano nella giusta sede facendo in modo che lo spettatore possa spegnere la luce ed addormentarsi tranquillo e sereno!

 

Beh, se non ci fosse la bravissima Reese Witherspoon ed il motivo di interesse, del tutto personale, dato dall'ambientazione hollywoodiana in cui si respira l'aria del Cinema che conta, questa pellicola risulterebbe scialba e prontamente dimenticata.

In effetti l'attrice si eleva rispetto alle altre 'specializzate' in questo 'clichè' cinematografico poichè, nel tempo, è stata brava a non 'attaccarsi addosso' un carattere ben preciso come quello della nevrotica (tipo Meg Ryan) o dell'eterna svampita (tipo Alicia Silverstone).

Insomma attrice perfetta per la comedy dove soltanto motivi anagrafici la possono estromettere dal ruolo di migliore esponente.

Non a caso, ha vinto nel 2006 l'oscar per la sua intensa interpretazione nel film 'Walk the line', in italiano 'Quando l'amore brucia l'anima', ma come sappiamo per tali onori bisogna migrare di genere (drama appunto). 

  

 

   

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