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La forma della voce

Regia di Naoko Yamada vedi scheda film

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Mike.Wazowski

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La recensione su La forma della voce

di Mike.Wazowski
8 stelle

Storia e animazione prevalentemente destinata alle ragazze ma che non si fa disprezzare neppure dai ragazzi specialmente per i temi trattati, anche se rimango sempre e comunque perplesso, se verranno recepiti da chi dovrebbe prenderne lezione.

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La forma della voce (The Shape Of Voice) di Naoko Yamada, rispecchia tutte le contraddizioni del Giappone, dove in un luogo di per se sicurissimo quasi all'eccesso non riescono a combattere e fare fronte alla loro stessa prepotenza di prevaricazione sul più debole. 

 

Il film è la trasposizione del manga di Yoshitoki Oima, fa parte del genere Slice Of Life, scolastico dove nella trama i personaggi generalmente si perdono, si redimano, si ritrovano, in un percorso non privo di dolore e redenzione dei "peccati" dove i protagonisti seguono generalmente la vita reale in un susseguirsi di situazioni sentimentali e comiche.

 

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Come qui, dove Shoya Ishida un ragazzino delle elementari un po prepotente e sbruffone prende di mira, non senza la complicità di altri compagni di classe, una ragazza Shoko Nishimiya nuova arrivata con l'handicap della sordità che si esprime scrivendo su un quaderno. Queste vessazioni continuano tormentando Shoko che a dispetto di tutto quello che gli viene fatto rimane quasi sempre sorridente, aumentando la cattiveria fino al punto che un giorno Shoya commette un errore facendo del male alla ragazzina portando la famiglia di lei a ritirala dalla scuola. Shoya viene considerato ingiustamente l'unico responsabile del bullismo attuato e senza considerare la complicità degli altri compagni viene allontanato da tutti, compresi gli amici più vicini, questa fama se la porterà dietro fino al liceo dove ancora nessuno vuole essere più suo amico, fino all'incontro nuovamente con Shoko.

 

Animazione con i tratti che di solito ritrovo principalmente negli autori, autrici che propongono storie destinate a un pubblico femminile, ma che alla fine si fa seguire pure dai maschietti, anche se certi patemi d’animo e situazioni potrebbero risultare stuccose, come la continua ricerca di ammenda da parte di quasi tutti i protagonisti.

Qualcuno potrebbe usare la famosa frase "dovremmo farlo vedere nelle scuole", nella realtà questa affermazione è vera fino a un certo punto, poichè chi è propenso a comportarsi in tale modo non è capace di capire i suoi errori guardando semplicemente un film, come avviene nella cura Ludovico. Il bullismo che si vede in questo film è quasi "preistorico", oggi non è più fare solo del male ma esiste la condivisione digitale, che nel film non c'è, cosa che rende tutta la vicenda di Shoko (vittima) quasi intima, mentre invece trovando la situazione contraria, con l'isolamento da parte dei compagni per Shoya (carnefice). E questo rende il tutto abbastanza fuori dal mondo che conosciamo, che ci viene descritto regolarmente dalla cronaca.

Rimane sempre un notevole successo commerciale arrivato in lingua italiana grazie alla Dynit e Nexo Digital pure da noi. Non che sia un capolavoro, ma è sempre un film anime giapponese, che se vi piace il loro mondo e modo di comportarsi, non potrete certamente fare a meno di vederlo.

La regista Naoko Yamada (1984) è alla sua prima vera prova di regia di un film, tratto comunque da un manga, poichè fino a ora ha all'attivo serie Tv, OAV e film tratti dalle serie stesse. E'ancora giovane per stabilire se sia minimamente paragonabile per esempio a Makoto Shinkai che possiede una filmografia più cospicua, ma da parte sua possiede un' innegabilmente potenzialità di tenere un ritmo e un'attenzione non indifferenti, presentando nella storia alcuni siparietti leggermente comici, che alleggeriscono e ammorbisiscono i temi trattati senza snaturarli. Pur considerando tali drammi ha sicuramente molte meno pretese rispetto a qualsiasi film del regista Shinkai, visto che sia il bullismo che il suicidio occupano ben poco spazio all'interno di tutta la storia dato che la maggior parte è dedicata alla redenzione dei protagonisti con varchi amorosi da diventare molto "shojo".

 

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Come ho già ripetuto tutti alla ricerca di trovare se stessi e redenzione, tranne Naoka Ueno l'unica ragazza, ex amica di cattiverie di shoya, che porta avanti imperterrita e quasi con onore il suo essere stronza, tanto che ci fa ben sperare per il suo personaggio in un mondo di melassa.

 

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