Espandi menu
cerca
Il venerabile W.

Regia di Barbet Schroeder vedi scheda film

Recensioni

L'autore

alan smithee

alan smithee

Iscritto dal 6 maggio 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 315
  • Post 214
  • Recensioni 6380
  • Playlist 21
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Il venerabile W.

di alan smithee
7 stelle

CANNES 2017 - SEANCE SPECIALE - CINEMA OLTRECONFINE

Da sempre la religione buddhista è stata considerata il baluardo della tolleranza, della scelta deliberata della pace, e della distensione tra popoli.

Lo sconcertante documentario del regista francese di origine svizzera, molto attivo anche negli Usa, Barbet Schroeder, presentato a Cannes 2017 come Evento speciale, prova a raccontarci la contraddittoria figura di un influente monaco birmano di nome Wirathu, ma meglio conosciuto come “il venerabile W.”

Con le sue capacità retoriche accattivanti e i suoi scritti polemici “ a pronta presa”, diretti ad esaltare l’indignazione pubblica per provocare contrasti tra la massa dei discepoli e tutti coloro che appartengono a fedi differenti, il religioso si è saputo ergere a baluardo di una popolo (oltre il 90% della popolazione birmana è buddhista!) con i suoi proclami e le sue incitazioni inneggianti, senza mezzi termini, ad azioni e comportamenti violenti nei confronti della minoranza musulmana, considerata il vero ceppo del male sulla terra e l’origine di ogni dissidio e problematica sul pianeta.

Barbet Schroeder

Le Venerable W. (2017): Barbet Schroeder

scena

Le Venerable W. (2017): scena

Un documentario sconcertante che attinge da interviste dirette del celebre regista, da filmati di repertorio ed altri amatoriali, spesso drammaticissimi, che documentano gli effetti tragici e crudeli di una repressione verso la minoranza musulmana davvero ingiusta ed incomprensibile.

Un monaco che è tutto il contrario della figura idealizzata, ma anche in fondo reale, del religioso pacifico e tollerante a cui si associa comunemente e plausibilmente la figura dell’uomo pelato ed in casacca rossa che procede scalzo e sereno sul suo cammino di pace e serenità interiore contagiosa e ammaliante.

L’esaltazione di una razza su un’altra pongono il carismatico leader in una posizione non molto diversa dai più efferati e spietati promotori leader razzisti della storia dell’umanità.

Sconcerta ancora di più ritrovare questo comportamento in seno alla religione più tollerante e pacifista che si conosca.

scena

Le Venerable W. (2017): scena

scena

Le Venerable W. (2017): scena

I proclami esaltati dell’eccentrico leader sono alternati dalla voce pacata e fuori campo dell’attrice Bulle Ogier, moglie di Schroeder, che racconta ed enumera le efferate conseguenze dei discorsi di questo pericoloso e persuasivo leader razzista e xenofobo.

L’atteggiamento di denuncia dell’opera è chiaro, molto meno risulta decifrabile il comportamento ufficiale, e controverso nel suo imbarazzato silenzio, da parte della chiesa buddhista di fronte a certi atteggiamenti imbarazzanti e pericolosi che emergono dalle dichiarazioni senza mezze misure che escono dalla bocca del facinoroso e apprezzato W., tendenti ad inneggiare una “islamofobia” teatralizzata ad arte e che non trova riscontri plausibili, quanto a minacce o pericoli, nella realtà di una minoranza musulmana che pare tutto fuorché ostile, violenta o pericolosa.

scena

Le Venerable W. (2017): scena

Un documentario che lascia allibiti, addolorati, e impressionati per la violenza reale che emerge come unico risultato concreto da tutta questa prosopopea di denigrazione ed incitamento alla violenza.     

Il documentario, che ci disegna i contorni sconcertanti ed insospettati di una forma di buddhismo estremista, completa la cosiddetta "Trilogia del male" iniziata nel 1974 con "Idi Amin Dada" e ripresa nel 2007 con "L'avvocato del terrore"

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati