Regia di David Leitch vedi scheda film
Deadpool 2 è esattamente il classico sequel di un successo inaspettato che sfrutta, praticamente alla lettera, il motto "visto che ha funzionato prima facciamolo uguale ma solo più grande e con più soldi" e quindi con più personaggi ed esplosioni.
Il risultato è un film che, coerentemente con le intenzioni, si presenta come un facsimile del predecessore e che tenta di compensare il fattore novità ormai andato perduto (come anche la natura irriverente sdoganata già nel primo capitolo) con, per l'appunto, maggiore azione, esplosioni e personaggi ma, per me, riuscendovi soltanto in parte.
Semplificando un pò, Deadpool 2 tecnicamente è più "film" del primo, e con un budget maggiorato era praticamente qualcosa di scontato, ma è anche meno anarchico e scorretto, quindi in definitiva meno "Deadpool", del predecessore.
Più soldi e il bisogno di confermare il successo, specie economico, della prima pellicola hanno portato infatti la produzione a normalizzare il brand (entro certi limiti, ovvio) costruendo un film più consono alle regole, cinematograficamente parlando, e meno anarchico o "grezzo" del film diretto da Tim Miller, sostituito (per divergenze creative con la "star" Ryan Reynolds) in questo seguito da David Leitch (regista di John Wick e Atomica Bionda) ma con il risvolto, forse non del tutto involontario, di renderlo più simile alle altre pellicole di genere, arrivando addirittura a istituzionalizzare e a rendere più "familiare", almeno in parte, un personaggio reazionario e (teoricamente) inclassificabile come DP.
Lo stesso umorismo, per quanto simile, non raggiunge gli stessi obiettivi: il primo era costruito quasi sull'improvvisazione, un umorismo diretto e, diciamo, di pancia (molto di pancia) e nei suoi (grossi) limiti non solo raggiungeva il suo scopo ma si legava perfettamente con la totale anarchia e l'irriverenza assoluta di Deadpool. In questo sequel invece la battuta è più ragionata, pur sempre nell'ambito del triviale e del politicamente scorretto (ma qui ho avvertito più limiti rispetto al primo), si fa maggiormente "ricercata" o, a volte, fin troppo autoreferenziale, con il risultato di non riuscire ad andare sempre a bersaglio o di apparire, in alcuni casi, addirittura scontato.
Rimane comunque una buona pellicola ma personalmente ho preferito il primo, più caustico, irriguardoso e, forse, anche sfacciatamente sbagliato, se vogliamo, ma comunque più aderente al personaggio e al suo mondo o almeno più nuovo e differente, nel bene e nel male, rispetto a tante altre pellicole di genere.
Penso che con DP2 si sia cercato di edulcorare, in qualche modo, parte della sua frizzante "personalità" proprio per favorire una maggiore coesione con gli altri personaggi di proprietà della Fox, decisamente più classici, e che in un contesto eccessivamente "sopra le righe" rischiavano invece di risultarne come trasfigurati.
Lo stesso Cable, interpretato da un buon Josh Brolin forse giusto un po trattenuto, nell'ultima parte del film viene raffigurato quasi come un commediante, caratteristica non proprio consona al personaggio, e quindi a rischio macchietta.
VOTO: 6,5
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta