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Piccoli omicidi tra amici

Regia di Danny Boyle vedi scheda film

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La recensione su Piccoli omicidi tra amici

di bradipo68
8 stelle

Io se incontrassi uno come Danny Boyle, cioè uno baciato dal dio del cinema e da mamma Natura insieme appassionatamente per dargli un talentaccio incredibile con la cinepresa in mano, credo che lo sottoporrei seduta stante a una cura Ludovico espressa a base di mazzate da baseball nelle rotule. Così , simpaticamente, come direbbe quell'illuminato statista di Borghezio.
E questo perchè accanto a film che hanno fatto girare la testa a più di uno ha fatto delle cazzatelle inguardabili, che hanno fatto girare qualcosa d'altro a chi le ha guardate dall'alto della loro tronfia presunzione.
E ci è riuscito pure a lucrare qualche Oscar, gabbando l'Academy con il suo stile finto gggiovane.
Però c'è stato un tempo in cui il suo stile è stato giovane per davvero. E parlo dei suoi inizi al cinema dopo una lunga gavetta .
Perchè Danny Boyle non è un esordiente come gli altri. Arriva al cinema a 38 anni dopo una marea di roba televisiva. Quindi non è esattamente un giovanissimo allo sbaraglio o peggio ancora uno sprovveduto.
Piccoli omicidi tra amici  è il suo esordio cinematografico, un film che è un concentrato di alte citazioni e basse pulsioni, una storiaccia di morte, vendetta e malloppo che nel finale si trasforma inopinatamente in un terrificante slasher da camera.
Apologo del potere mistificatorio che il denaro ha sulle coscienze( oltre che sulle amicizie ) e interpretato da un terzetto di giovani attori in grado di dare il giusto colore ai propri personaggi , Piccoli omicidi tra amici è caratterizzato anche da un'ironia nera, nerissima, bastarda che viene fuori nelle scene più efferate.
Inoltre a differenza di tanto cinema affetto da buonismo dilagante è dotato di un finale sapidamente immorale.
Sarà perchè all'inizio è facile empatizzare i protagonisti ( anche perchè nella seconda parte del film Ecclestone terrorizza con il suo scivolamento rapido nella follia provocata da un mefistofelico mix tra senso di colpa e avidità), sarà perchè i personaggi dei poliziotti sono di un'antipatia spaventosa, ma non disturba un finale che va in una direzione opposta a quella della morale del buon cittadino.


In fondo stiamo parlando di un balletto ladresco macabro.
Inutile cercare la verosimiglianza perchè non ce n'è: i tre occultatori di cadaveri sono maldestri e così incapaci che è impossibile che la polizia non li scopra come invece li trovano i complici ( tra i due si riconosce un arrabbiatissimo Peter Mullan) del defunto padrone della valigetta coi soldi che si ritrovano in casa, ma sinceramente poco importa.
A Danny Boyle interessano le dinamiche tra i tre amici innescate da quel mucchio di  soldi che permetterebbe loro di cambiare definitivamente le vite grame che li contraddistinguono.
Rapporti umani totalmente scompaginati in una corsa folle a derubarsi l'uno con l'altro.
Piccoli omicidi tra amici è un film molto più costruito di quello che sembra, in bilico costantemente tra vari generi, dalla commedia al grottesco, dal noir fino ad arrivare all'horror grazie anche a un uso creativo del montaggio e delle musiche.
L'umorismo al vetriolo c'è già tutto e lo ritroveremo più avanti nei suoi film migliori.
Una piccola curiosità : pur essendo ambientato ad Edimburgo, il film è stato girato nella sua quasi totalita a Glasgow e dintorni.
Questione di finanziamenti.
(bradipofilms.blogspot.com)

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