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The Greatest Showman

Regia di Michael Gracey vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Greatest Showman

di obyone
6 stelle

 

Hugh Jackman

The Greatest Showman (2017): Hugh Jackman

 

Finalmente un "prime time" senza film per bambini. Pronta per godersi una serata senza cartoon mia moglie dribbla ogni insormontabile ostacolo, si precipita sul telecomando, si impossessa con decisione del televisore e si sintonizza su "The greatest showman" che possiede un cast di attori da capogiro e gli ingredienti per una serata spensierata senza bambini o animali parlanti. È decisa a vedere i primi minuti di questo film messo in onda sulle reti Rai per farsi un'idea ma quando inizia il primo tormentone musicale tra Jackman e le figlie non immagina il seguito. "È la canzone dei Pan di Stelle!! È la canzone dei Pan di Stelle!!" salta su mio figlio tutto eccitato. "Lo voglio vedere, lo voglio vedere!!". Così eccolo impadronirsi ancora una volta dello schermo e del programma serale.

Divertiti e sconfitti ci sediamo sul divano, con lui, per vedere il film, uscito nel 2017 dopo sei anni di lavori e la riscrittura del plot, che racconta, romanzandola, la storia di Phineas Taylor Barnum, imprenditore circense americano attivo nel XIX secolo. Della figura di Barnum il film di Michael Gracey richiama le origini proletarie (era effettivamente figlio di un sarto anche se il nonno in verità era un giudice), le attitudini speculative, la spiccata personalità imprenditoriale. Organizzò veramente, nel 1849, la turné del soprano svedese Jenny Lind in giro per gli Stati Uniti e nel 1872 dopo trent'anni di carriera nella sua creazione, "l'American Museum", mise in piedi il "The Greatest Show on Earth" sotto tre enormi tendoni dotati di piste circolari e animali che oggi non faticheremmo a riconoscere simili al circo di Moira Orfei. Gracey, tuttavia, si prende tutte le licenze possibili racchiudendo nell'arco di pochissino tempo i fatti accaduti, in trent'anni, al magnate del divertimento che all'epoca veniva per lo più riconosciuto come lestofante e mistificatore. Gracey condensa in poco tempo vita morte e miracoli di Barnum, l'acquisto del teatro con le sue statue di cera, l'intuizione dello spettacolo di freaks, l'ascesa in Paradiso e la caduta agli inferi con relativa resurrezione.

È proprio la sceneggiatura la gamba zoppa che fa barcollare il "gigante sui trampoli" di Michael Gracey, regista di videoclip, sicuramente più avvezzo a ricreare nei propri filmati le atmosfere e i rirmi dei brani, di quanto non sia abile a dipanare la matassa di una storia. Per questo motivo, credo, il film sia piuttosto sbilanciato a favore delle doti tecniche di indiscutibile valore rispetto a quelle narrative.

I personaggi sono piuttosto piatti. Barnum in particolare è tagliato con l'accetta risultando alquanto stereotipato quanto la sua famigliola felice sia nelle restrittezze che negli agi del successo. La storia abbonda di luoghi comuni, che vengono saccheggiati senza ritegno, come l'amore impossibile tra membri di classi sociali differenti, l'incondizionato disprezzo dei ricchi verso i poveri, l'astio del popolino verso i diversi, la redenzione finale del protagonista con annessa riscoperta dei valori della famiglia e della coesione tra pari.

 

Hugh Jackman, Zac Efron

The Greatest Showman (2017): Hugh Jackman, Zac Efron

Zendaya

The Greatest Showman (2017): Zendaya

 

Se in tutto ciò il film risulta schematico e prevedibile "The greatest showman" eccelle nel comparto tecnico. Belli e sgargianti sono i costumi e le ricostruzioni scenografiche della New York intossicata dai fumi del carbone. Spetta alla musica e ai balli, tuttavia, toccare il vertice, come si conviene in un musical. Splendide le coreografie pop, a cui spetta il compito di ricreare l'effervescente clima circense e gli spettacoli smargiassi per i quali era famoso Barnum. Su tutto si stagliano il magnifico saliscendi alla fune tra la funambola Zendaya e Zac Efron e il nostalgico ballo tra Hugh Jackman e Michelle Williams con il primo che scompare dietro una tenda mossa da un impercettibile alito di vento. Divertente il duetto tra Jackman e Efron a colpi di shottini in una taverna mentre sono a dir poco travolgenti le clip di gruppo con la baraonda di umane diversità che si prodiga in coreografie caotiche e spumeggianti, inneggianti al neonato orgoglio di ciascuno per la libertà e la diversità mai prima ostentate. Egregio il lavoro del cast a cominciare dai ballerini. Mi ha colpito il tono graffiante della voce di Efron e la presenza scenica e vocale della barbuta e procace Keala Settle mente Rebecca Ferguson non poteva che prestare la propria bellezza alla voce angelica della cantante Loren Allred.

"The greatest Showman" è uno spettacolo travolgente con poco costrutto in puro stile Barnum che per un po' ha attratto l'attenzione del mio bimbo. Una volta perso lo slancio iniziale si è seduto a giocare sul tappeto dando un occhio alle scene più spettacolari. Sono quasi certo che fra due mesi ricorderà molti più particolari di me nonostante la sua attenzione fosse ripartita tra schermo e trenini. Sono innegabili, invece, le briciole sparpagliate sul divano e la ciotola vuota abbandonata dopo una scorpacciata di biscotti al cacao. Comodamente vii lascio indovinare quali...

 

RAI 2

 

scena

The Greatest Showman (2017): scena

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