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Nightmare Before Christmas

Regia di Henry Selick vedi scheda film

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La recensione su Nightmare Before Christmas

di Genga009
10 stelle

La favola delle festività per eccellenza! Un magistrale lavoro tecnico; una straordinaria visione poetica della natura ambigua che è conseguenza della spinta verso la conoscenza, le novità e lo stupore.

"È stato molto tempo fa, più di quanto ora sembra, 
in un posto che forse nei sogni si rimembra, 
la storia che voi udire potrete, 
si svolse nel mondo delle feste più liete. 
Vi sarete chiesti, magari, dove nascono le feste. 
Se così non è, direi... che cominciare dovreste!"

 

Così comincia una delle favole gotiche più suggestive di Tim Burton; il musical animato più riuscito della storia del cinema. Bocciato dalla Disney in un primo momento, quando Burton lavorava ancora per il colosso californiano, poi - dopo i successi di Edward mani di forbici e Batman il ritorno - prodotto sia dalla Disney che dalla Touchstone, il progetto di Nightmare before Christmas comincia a prendere forma nel 1992 con Henry Selick alla regia. Soggetto di Burton, sceneggiatura di Michael McDowell e Caroline Thompson, musiche di Danny Elfman. Questa cooperazione, assieme alle decine di professionisti tra animatori, scenografi, costumisti, addetti al trucco ed altri tecnici riesce a dare vita al più grande progetto in stop-motion di sempre.

 

[stop-motion = tecnica passo-uno di animazione; animazione di un oggetto o di un disegno a partire da fotogrammi scattati e montati successivamente in maniera sequenziale]

 

 

 

 

 

Questo film rappresenta una vera e propria rivoluzione per il genere dell'animazione cinematografica: è il primo lungometraggio a medio-alto budget che sia mai stato prodotto interamente in stop-motion; è la prima grande opera cinematografica le cui scenografie sono costituite da decine di diversi set scomponibili (grandi in media 15/20 metri quadri) e i cui personaggi sono tutte statuette di plastilina con mani, volto e indumenti modificabili (di dimensioni di circa 50cm).

 

La storia racconta del re del mondo di Halloween [Jack Skellington] che, annoiato dalla monotonia della sua esistenza, cerca di rapire Babbo Natale per così diventare lui stesso il re del Natale e, quindi, portare i doni ai bambini la notte del 24 dicembre. Nel frattempo si svolge anche l'avventura di Sally, un'amica - inizialmente - di Jack che lotta per la sua libertà ed indipendenza contro il suo creatore [Dr. Finklestein], il quale la vuole segregare nel laboratorio per far si che lei diventi la sua assistente per tutta la vita.

 

 

 

 

Nightmare before Christmas è poesia; poesia visiva e musicale. Ogni personaggio è caratterizzato ottimamente, con caratteristiche sia fisiologiche che comportamentali uniche e definite ed è utile ai fini della trama per descrivere tutte le azioni che compie il protagonista (la festa di Halloween, il rapimento di Babbo Natale, il pentimento di Jack, ...) e tutte le emozioni che egli prova nel corso della narrazione (solitudine, stupore, euforia, nostalgia, tristezza, allegria). Jack Skellington è uno dei migliori personaggi della storia del cinema d'animazione. E' tanto un'autorità magnanima, buona e sensibile nel suo regno quanto un bambino eccitato, istintivo e frettoloso quando si trova nel mondo del Natale. La spinta epistemofilica che lo guida alla pazzia [inconsapevolezza dell'agire; colpevolezza del compiere atti senza valutarne le conseguenze] induce Jack ad interessarsi in modo compulsivo al Natale e a tutto ciò che lo riguarda. Magistrali, infatti, sono le sequenze di "Re del blu, Re del mai", l'arrivo di Jack nel regno del Natale ["Cos'è?"] e quella dello studio - con tanto di esperimenti chimici, osservazioni ed annotazioni - degli oggetti natalizi ["L'ossessione di Jack"]. Anche se presente per poco tempo, l'antagonista del film [Mr. Bau Bau] si rivela importantissimo per la rappresentazione del vizio, inteso nel racconto di Burton come la causa primaria, assieme allo stimolo conoscitivo incontrollato di Jack, del male e delle catastrofi. Sally, invece, funge a Jack come "voce della ragione"; figura positiva e propositiva che cerca, inutilmente, di placare l'euforia distruttrice che invade l'animo del re di Halloween. Alla fine, però, tutto va a chiudersi in un cerchio dove amore e comprensione risultano vincitori.

 

"Non sforzarti di capirlo, devi solo immaginarlo!" {Jack canta, probabilmente, il concetto principale di tutta l'opera.}

 

 

 

 

Dopo i personaggi, le ambientazioni del film costituiscono il punto più riuscito della pellicola di Selick. Grazie al grandioso lavoro scenografico, fotografico, di costumi e di effetti - analogici - speciali [nomination all'Oscar del 1993], quest'opera inscena realtà immaginarie tetre, gotiche, dark ma sempre unite ad atmosfere romantiche e grottesche (caratteristiche, queste, proprie di tutte le favole di Burton, che qui raggiungono la perfezione della loro estetica; vuoi perché si tratta di un film d'animazione e, quindi, l'estro artistico può essere espresso nella sua totalità).

 

Menzione d'onore per le musiche di Elfman e per i testi - nella versione italiana - a cura di Carla Vistarini: magnifica colonna sonora (nostalgica, epica e profondamente affascinante; incantevole il tema principale) e splendida interpretazione - sempre nella versione italiana - di Renato Zero (omaggiato da Burton stesso dopo l'uscita del film in Italia), voce di Jack Skellington e capace di enfatizzare tutte le sensazioni che il protagonista prova durante lo sviluppo dell'intreccio dell'opera.

 

 

 

 

Quello che ho con questa meraviglia è un rapporto particolare, datato alla mia infanzia. E' da quando sono bambino, infatti, che ogni anno, la notte di Halloween, io e miei amici riguardiamo Nightmare before Christmas; ed ogni volta è come se lo rivedessi con gli occhi di quando avevo forse 6 o 7 anni. Credo che la magia di quest'opera provenga da questa sua proprietà. Pochi, veramente pochi altri sono i lungometraggi animati che riescono a farmi tornare piccolo, con gli occhi sorpresi pur sapendo ormai ogni loro scena pressocché a memoria [Il gigante di ferro (1999), La città incantata (2001), Monster&Co (2001), Robin Hood (1973), Alla ricerca di Nemo (2003)].

Questo per dire che esiste anche un valore affettivo nella mia analisi, un valore che è cresciuto con gli anni ad ogni visione, poiché tanti dei messaggi che esprime questo film sono accessibili solamente dopo una certa maturità.

Prima esiste "solo" lo stupore, quello genuino dell'infanzia.

 

Film inserito nei capolavori della storia del cinema animato.

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