Espandi menu
cerca
L'affittacamere

Regia di Richard Quine vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Baliverna

Baliverna

Iscritto dal 10 luglio 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 105
  • Post 4
  • Recensioni 2108
  • Playlist 26
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su L'affittacamere

di Baliverna
7 stelle

L'ambasciata americana a Londra ha assunto un nuovo dipendente che, senza volerlo, mette a repentaglio i buoni rapporti diplomatici tra i due paesi, solo perché va a stare in affitto da una bizzarra padrona di casa.

Comincia come un film si Hitchcock, si sviluppa come una commedia, finisce in farsa (ma non scurrile). La prima parte è appena un po' troppo tirata per le lunghe, mentre quella centrale, ampia, è una gustosa commedia sorretta da attori già collaudati, proprio allora (Lemmon) o negli anni '30 (Astaire). Lemmon era già pratico di appartamenti e di vita da scapolo, e sapeva già bene come fare. Fred Astaire, dal canto suo, è una vecchia volpe della commedia hollywoodiana, che anche qui sfodera il suo inconfondibile modo di parlare assieme alle sue smorfiette. Anzi, potendo, è meglio gustare questa pellicola in lingua originale; se ai bravi attori, infatti, aggiungiamo dialoghi spigliati e ironici allora la proposta si comprende bene. Kim Novak, come seduttrice inconsapevole, è sempre indovinata. La molla principale del divertimento è però il proposito del protagonista – che ovviamente sarà vano e velleitario – di condurre una vita irreprensibile davanti ai vicini curiosi e impiccioni, e senza dare nell'occhio a nessuno, onde evitare una crisi diplomatica USA-UK.

La sceneggiatura, specie nella parte centrale, ci offre il ben noto umorismo all'inglese, cioè quello che suggerisce senza dire apertamente, e lo fa in modo serio e composto. Uno dei bersagli sembra essere il perbenismo inglese di stampo vittoriano, secondo il quale è importante apparire immacolati davanti agli altri, anche se si è in realtà sepolcri imbiancati di evangelica memoria, pieni di ossa di morto e ogni putridume.

Peccato che si sia voluto – l'espressione forte è usata apposta – girare un finale di corse e inseguimenti, slegato al resto del film, che scivola nella farsetta. Forse è un maldestro tentativo di ravvivare una pellicola già vivace, che quindi non poteva che ricevere danno da esso.

In ogni caso è un film da vedere, che offre occasione per diversi sorrisi e persino risate, e che costituisce una lezione a tante rozze e grossolane commedie contemporanee.

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati