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Il viaggio di Yao

Regia di Philippe Godeau vedi scheda film

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La recensione su Il viaggio di Yao

di obyone
5 stelle

Omar Sy, Lionel Louis Basse

Il viaggio di Yao (2019): Omar Sy, Lionel Louis Basse

 

Tra le strade polverose e malconce dell'Africa occidentale l'auto scassata guidata da Mr. Tall mi ha ricordato quella che il pachidermico sedere di un elefante indiano deformava, in una famosa reclame, sedendosi sul cofano per farla assomigliare ad un modello del rinomato brand francese del leone rampante. È forse la scena più comica di "Il viaggio di Yao", benché involontaria, e rappresenta il simbolo del malconcio imperialismo politico di una Francia che adesso si "accontenta" di esportare i propri modelli culturali nel Terzo Mondo, il più ampio e vergine bacino di utenza del consumismo di massa. Ma è anche il simbolo araldico, in questo caso, del Senegal, ex colonia francese, in cui viaggiano le quattro ruote mettendo, idealmente, due continenti uno di fronte all'altro: il ricco e affermato divo del cinema francese in trasferta, per presentare il suo libro, veste i panni di una nuova ma inefficiente idea di Europa multietnica ed economicamente potente mentre il giovane e gracile bambino di provincia rende bene un'Africa giovane ed energica ma priva di potere. Il giovanissimo Yao, con il suo volume mezzo masticato da una capra sempre sottobraccio, è riuscito ad ottenere l'autografo del suo idolo, nonostante un viaggio estenuante attraverso il paese del baobab. Ora che Yao sta tornando a casa, accompagnato dall'uomo che più ammira, ha modo di imparare molte cose sugli adulti e sul mondo ricco da cui proviene Seydou Tall ma forse il vero viaggio iniziatico lo sta compiendo quel ricco attore nero dal cuore bianco costretto a fare i conti con le proprie origini e con un paese che offre pochi lussi e necessita di adattamento...

 

Lionel Louis Basse, Omar Sy

Il viaggio di Yao (2019): Lionel Louis Basse, Omar Sy

 

Quando il regista Philippe Godeau sottopose a Omar Sy il progetto l'attore francese non ebbe esitazioni. Non c'era bisogno di calarsi in una parte in quanto Sy e Tall erano la stessa cosa. In comune avevano le origini senegalesi, la nazionalità francese ed il fortuito incontro con l'arte cinematografica facilitato dall'innata capacità di far ridere. Allo stesso tempo né personaggio né attore avevano una benché minima idea del continente africano, così il road-movie fu lo scontato espediente narrativo scelto per descrivere, a sommi capi, il paese, i suoi abitanti e il suo visitatore. Ma allora c'era bisogno di un film di finzione? Non era forse più interessante un documentario con protagonista Omar Sy alla riscoperta di una terra con la quale non aveva mai avuto nulla da spartire se non i natali dei propri genitori e l'involucro marrone? Forse ne sarebbe scaturito un documento più genuino e interessante. Il film, a contrario, mi ha dato l'impressione di non andare da nessuna parte, di non sviluppare trama e sottotrame e di presentare tutti i cliché del continente nero: la bellezza della natura, la luce calda dei tramonti, il tempo immobile, la straordinaria serenità, agli occhi occidentali, di chi non è oppresso dal tempo, la spiritualità sciamanica che tanto affascina i popoli secolarizzati del nord che non credono più a niente. Ma siamo sicuri che l'Africa sia così? L'africano che muore di fame o non sa cosa mettere nelle bocche dei propri figli a pranzo e a cena probabilmente non è ricco di saggezza sacerdotale e correrebbe tutto il giorno pur di racimolare quel pasto che nutra se stesso o i propri cari. Forse confondiamo la rassegnazione di un continente oppresso dalla fame nell'allegra spensieratezza dei passeggeri di un treno lento come una lumaca o di un tassista che si concede una lunga pausa per infilarsi tra le lenzuola della propria moglie mentre i suoi passeggeri aspettano sotto il sole di rimettersi in viaggio. L'Africa meriterebbe una rappresentazione ben più veritiera del suo tessuto sociale. Forse è ora che l'Africa la racconti il cinema africano. Omar Sy è simpatico e fa il suo lavoro ma il film non mette proprio niente di nuovo sul piatto preferendo un ruffiano manierismo in salsa francese condito giusto un po' di cultura nera. Una gassosa all'ananas sotto la canicola. Niente più.

 

Cinema Teatro Santo Spirito - Ferrara

 

Lionel Louis Basse, Omar Sy

Il viaggio di Yao (2019): Lionel Louis Basse, Omar Sy

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