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Morto Stalin, se ne fa un altro

Regia di Armando Iannucci vedi scheda film

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La recensione su Morto Stalin, se ne fa un altro

di Mulligan71
7 stelle

1953, Stalin ha un'emorragia cerebrale e muore nella sua dacia vicino a Mosca. La scomparsa del dittatore sovietico apre una lotta intestina per la sua successione, che vedrà vincente Krusciov. La Storia ce la racconta questo giovane regista italo scozzese, più scozzese oramai, che decide di imbastire una farsa quasi teatrale, un balletto dal ritmo indiavolato attorno al cadavere di Stalin. Se l'impressione iniziale è alquanto straniante, per usare un eufemismo, accentuata anche (nella versione originale) dall'uso della lingua inglese da parte di tutti quanti, il film conquista poco a poco, risultando una commedia britannica fino al midollo, con uno humour nero (o rosso, in questo caso) piuttosto marcato. Alla felice riuscita della pellicola concorrono, oltre a una regia svelta e agile, una serie di attori fantastici, su cui svettano Steve Buscemi nei panni di Krusciov e un ritrovato Michael Palin (Monty Python) in quelli di Molotov, ma tutti, proprio tutti, sono in parte, schermagliano in maniera eccellente per tutta la durata del film, non facendolo mai risultare pesante, visto l'argomento. Per uno storico, probabilmente, questo sarà un difetto imperdonabile, a volte si sfiora la commedia "slapstick", ma tenendo conto dei fatti principali del dopo-Stalin, il regista si diverte a immaginare i dialoghi e i discorsi dietro l'austera cortina di ferro, dando una sverniciata non solo agli eventi d'allora ma allargando il discorso ai giochi di potere che sicuramente ancora oggi s'intersecano nelle stanze più segrete della politica. Una commedia, quindi, che non rinuncia certo alla denuncia di ciò che fu, del terrore stalinista, ma che rimane, a suo modo, lieve e godibile. Una bella sorpresa, un film che non vedrà nessuno e che invece merita più di tante pellicole mediocri che infestano le sale. Velo pietoso sul titolo italiano.

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