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Morto Stalin, se ne fa un altro

Regia di Armando Iannucci vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Morto Stalin, se ne fa un altro

di zombi
9 stelle

alla morte di stalin , avvenuta dopo una cena, i massimi esponenti del potere sovietico tramano per prenderne il posto alla guida della grande madre russia.

si può ridere di una delle più grandi dittature dell'epoca moderna, e di una delle più grandi mattanze effettuate dai governanti ai danni del proprio popolo?....

se la sceneggiatura è scritta bene, il ritmo non cala mai e gli attori sono in forma smagliante, direi che non è peccato mortale ridere di una rivoluzione che ha creato una progenie di burocrati così dediti allo sterminio.

già a capo della polizia segreta, berija è il primo ad arrivare dopo che matryona trova il corpo del grande aratore riverso sul tappeto nella propria urina. non è ancora morto, ma a ruota arrivano tutti gli altri da kruscev, a malenkov, da molotov da kaganovich a bulganin.

sotto lo sguardo indagatore di berija tutti a turno spingono lacrime inesistenti fuori dagli occhi ben attenti a non poggiare il ginocchio nel tappeto zuppo degli effetti della minzione di stalin.

la sceneggiatura molto semplicemente è attenta a mostrare le folli macchinazioni della burocrazia sovietica.

in un meccanismo in cui nessuno è sicuro di arrivare alla settimana prossima o al mattino dopo, grazie alle purghe che il grande aratore ha somministrato al proprio popolo decomandolo a tal punto tra campi di lavoro e uccisioni sommarie "a numero" da non saper chi chiamare quando le menti del potere riunite intorno al suo corpo inerme si decidono finalmente a chiamare un dottore, ognuno dei convenuti deve stare bene attento a muoversi per primo e a fare le allenanze giuste.

alleanze che in un clima come quello creato  nella russia sovietica è tutto tranne che disteso.

sembra una corsa alla staffetta dove ognuno dei potenti leader guarda attentamente come parla l'altro e osserva se durante una votazione, chi alza la mano per cosa.

stalin dopo un'agonia di ore finalmente(OOOOPS!!!!) alla fine muore e quindi la corsa alla successione FINALMENTE può iniziare senza la preoccupazione di incappare nella mancanza di rispetto al cadavere.

ci sono situazioni talmente assurde, molto somiglianti a certo humour britannico che abbiamo conosciuto e amato come monty python o little britain, che a me immancabilmente arrivava costantemente alla memoria quel gran capolavoro di "CHIEDO LA PAROLA" di gleb panfilov di cui si può dire tutto, ma di sicuro non che facesse ridere...

si ride di uomini che dovrebbero sacrificarsi per il bene della patria e del popolo e che invece non fanno altro che guardarsi in cagnesco e tramare l'uno contro l'altro, talmente (in)sicuri dell'oscuro potere che hanno creato e che hanno inflitto da litigare come scolaretti per una palla di pezza, mentre in tutta la russia, vengono giustiziati migliaia di persone, strappati dalle loro case, denunciate dai propri figli senza sapere il perchè, sapendo solamente che se facevano dei nomi FORSE non venivano torturati o uccisi dietro l'angolo.

la storia ce lo dice, chruscev prese il potere con l'appoggio degli altri e rimosse berija, che nonostante tutto il suo archivio di prove contro chiunque per poterli tenere in pugno e ricattarli, sbandierato ,malamente in faccia agli altri nella scena dei funerali, fu comunque imprigionato e giustiziato sommariamente in segreto. 

sparse le sue ceneri al vento utilizzando un ventilatore dopo averlo bruciato in un cortile, chruscev obbliga svetlana ad andarsene dalla russia, tenendo il fratello vasily in custodia. nell'ultima scena si vede chruscev seduto in prima fila con la moglie e dietro brezhnev che col generalissimo zhukov ha rovesciato la polizia segreta aiutando chruscev a prendere il potere, guardarlo come si guarda una storia che già si conosce ancor prima che si compia.

bel film interpretato splendidamente da un gruppo affiatatissimo di attori, diretto con la bacchetta come fosse un direttore d'orchestra e con una sceneggiatura che semplifica per tutti in modo magistrale e con intelligenza quello che sembrava a tutti gli effetti una farsaccia con personaggi talmente strampalati e feroci, e invece ha trasformato un'utopia in una distopia horror splatter.

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