Espandi menu
cerca
50 primavere

Regia di Blandine Lenoir vedi scheda film

Recensioni

L'autore

obyone

obyone

Iscritto dal 15 dicembre 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 95
  • Post 5
  • Recensioni 499
  • Playlist 17
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su 50 primavere

di obyone
7 stelle

Agnès Jaoui

50 primavere (2017): Agnès Jaoui

 

Aurore, se dovessimo dare per buono il titolo italiano, ha sulle spalle una cinquantina di primavere. Ed il fisico sembra volerglielo ricordare con sonni irrequieti, improvvisi sbalzi d'umore e vampate di calore, che il linguaggio medichese del ginecologo ha professato come effetti collaterali inevitabili della menopausa. Una condizione seria per la donna del XIX secolo destinata all'invisibilità sociale dal momento in cui la sua fecondità cessa di renderla protagonista attiva in famiglia. Così si evince dal documentario che le strampalate datrici di lavoro di Aurore, guardano con garbata ironia e ottuagenario distacco alla Tv, suscitando, invece, una certa ansia nella donna che sta pulendo i pavimenti. Ma se piccina, Aurore ascoltava con curiosità la nonna che le spiegava come una bimba diventa donna, ora, che si trova a salutare l'ultimo ciclo fertile della propria vita, trova che la massima della propria antenata sia sciocca e insopportabile. Cosa dovrebbe diventare una donna quando lo stock di ovociti finisce? Non è più una donna forse? Aurore non ha intenzione di arrendersi a qualche parolona clinica da 12 lettere, tanto meno all'evidenza di una condizione fisica e psicologica mai vissuta prima. Così, quando incontra per caso Christophe, vecchio compagno di classe e fidanzato che non vede da 25 anni, Aurore decidere di riprendere per mano la propria vita nonostante le complicazioni e gli imprevisti sempre in agguato...

 

Agnès Jaoui

50 primavere (2017): Agnès Jaoui

Agnès Jaoui, Pascale Arbillot, Lou Roy-Lecollinet, Sarah Suco

50 primavere (2017): Agnès Jaoui, Pascale Arbillot, Lou Roy-Lecollinet, Sarah Suco

 

Blandine Lenoir ha scritto una bella sceneggiatura che ruota attorno al personaggio interpretato da Agnès Jaoui, ottima attrice francese che, visti i notevoli trascorsi da sceneggiatrice e regista, immagino abbia accettato la parte senza troppi tentennamenti. Il background cinematografico costituito da recitazione, scrittura e regia, che rende ambo le artiste versatili e in grado di comprendere al meglio le necessità di chi sta dietro come davanti alla macchina da presa, ha contribuito, a mio avviso, a creare l'amalgama necessaria per rendere il personaggio di Aurore autentico. Perché se è vero che la protagonista si è incasinata con la perdita del lavoro, con le mattane giovanili della figlia minore e con la gravidanza inattesa di quella maggiore, è anche vero che nulla è mai troppo drammatico in tutto ciò che avviene, e tutto sembra aggiustabile con un minimo di intraprendenza e i necessari tempi tecnici. Insomma la condizione di Aurore è reale quanto quella della nostra vicina di casa divorziata e disoccupata o di nostra sorella che si è sposata troppo presto con l'Amore del liceo senza mettere in conto che le responsabilità della maternità avrebbero finito per schiacciarne le ambizioni. Il film, per questo motivo, risulta realistico a sufficienza, ironico quel tanto che basta da non renderlo pedante, intelligente nel trattare la tematiche femminili proposte senza giri di parole. Le chiacchiere con una donna straniera durante il turno di pulizie esplicano con un pizzico di sarcasmo la condizione delle donne occidentali che si lasciano andare alle prime difficoltà: "pensa se fossi africana, disabile, lesbica e magari anche musulmana!". Un invito a reagire che Aurore coglie riacquistando il proprio ruolo pro-tempore di chioccia in una famiglia allargata costituita dalle figlie e dall'amica Mano (un'irresistibile Pascale Arbillot). E che si materializza negli abiti attillati e vintage che le donano quel fascino di donna libera e attraente che nella sua esaltata morbidezza riesce a colpire la fantasia di quegli uomini che non si lasciano sviare dalla presunta legge di inversa proporzionalità tra età e bellezza. Semplicemente magnifica Agnès Jaoui mentre canta suadente un'opera lirica, inno divertente alla gioia e alla bellezza della vita matura, mentre Florence Muller è esilarante nel tentativo di addolcire la pillola ad Aurore alla disperata ricerca di lavoro che nessuno è disposto a darle perché "troppo vecchia". Finale "Happy" con la figlia Lucie che finalmente guarda la madre con orgoglio e forse con la speranza di diventare determinata e saggia come lei.

Leggero, spiritoso, sorprendente.

 

Cineforum Leoniceno - Cinema Eliseo -Lonigo (VI)

 

Agnès Jaoui, Thibault de Montalembert

50 primavere (2017): Agnès Jaoui, Thibault de Montalembert

 

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati