Regia di Roman Polanski vedi scheda film
La sindrome della pagina bianca rappresenta la maggiore angoscia di uno scrittore. Quando Delphine, reduce da un libro di grande successo, si appresta a imbastirne il successivo, le cose non funzionano come al solito e sembra che ci sia bisogno di qualcuno che l'aiuti a organizzare la vita e la sbarazzi dai mille inconvenienti che possono ostacolare la stesura del suo nuovo lavoro letterario. Sarà Elle - ghost writer di professione - a mettersi al suo servizio, liberandola da mille affanni. Anche se a un certo punto sembra sia sempre più difficile farla uscire dalla sua vita...
Roman Polanski scrive e dirige un film fortemente connotato sul piano psicologico, con atmosfere cupe fatte di giornate piovose, cieli grigi e solitudine casalinga. Il rapporto fra Delphine ed Elle presto si rivela inquietante e a molti fa tornare in mente la vicenda di Misery. (film di Rob Reiner del 1999, su soggetto di Stephen King).
Solo all'epilogo del film ci si rende conto delle differenze, dopo averne invece considerato tutte le analogie. Ma - vista con gli occhi dello spettatore che sa come va a finire - la storia appare subito piena di incongruenze e virtuosismi fini a se stessi, e con l'unico finale che potesse evitare l'accusa di plagio.
Insomma, un Polanski dunque minore, non all'altezza di altre sue opere precedenti.
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