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Visages Villages

Regia di JR, Agnés Varda vedi scheda film

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La recensione su Visages Villages

di starbook
8 stelle

Due anime d'artista si incontrano per la realizzazione di questo docufilm originale e stimolante.

Lei Agnes, regista della nouvelle vague, vive la vita con lo spirito di una ventenne nonostante prossima ai novant’anni, lui JR, fotografo affermato crede nel lavoro di squadra ed ha come vezzo quello di indossare perennemente occhiali da sole ed il cappello nero come fossero una protettiva coperta di Linus. Entrambi fanno o hanno fatto dell'immagine, in movimento o meno, la ragione della loro professione, nonché dell’amore per l’esistenza.

Dal loro incontro, ed il progetto che ne scaturisce, nasce un film on the road alla ricerca di volti (visages) appartenenti a persone-abitanti dei paesi (villages) visitati in questo vagare disordinato che ha come unico fil-rouge la ricerca di luoghi simbolici come una spiaggia normanna, il porto di Le Havre o le abitazione oramai deserte di una cittadina in cui vivevano famiglie di minatori oppure  luoghi 'pescati' nei ricordi dei due protagonisti.

Le immagini dei volti vengono riprodotte direttamente dal camioncino itinerante a forma di macchina fotografica su cui viaggiano i due e dove al proprio interno si siedono i vari 'modelli' ingaggiati per strada per essere fotografati. Una macchina itinerante simile a quelle statiche che si trovano nelle Stazioni ferroviarie usate per la produzione di fototessere per carte di identità dove si stampano, quasi in tempo reale, enormi poster in bianco e nero che catturano, o tentano di farlo, l'essenza stessa dell'anima del fotografato. Questa immagine, incollata  con la dovuta dovizia ai muri o alle strutture, forma un ideale fondale che diventa opera d'arte a cielo aperto secondo la visione concettuale su cui si concentra il lavoro del giovane JR ed a cui Agnes da il proprio esperto contributo: una creazione visuale che rappresenta lo stretto rapporto tra le persone e l’ambiente dove vivono.

Insomma un originale viaggio che esteriorizzando le idee dei due artisti cerca di portare la bellezza dell’arte in mezzo alla gente comune.

Luoghi che nessuno avrebbe mai pensato potessero diventare palcoscenico di creatività e di passione per la vita e per il prossimo.

Facendo la conoscenza di personaggi variopinti, in uno spirito sempre divertito e collaborativo, si ha l’impressione di trovarsi di fronte ad una opera d’arte esposta al MoMa (che insieme ad altre società coinvolte co-finanzia l’operazione) nobilitando spazi anonimi che diventano, alcuni per poche ore altre permanentemente, ‘trasfigurazioni del contesto urbano od industriale’ da ammirare come davanti a quadri esposti al Louvre dove, tra l’altro i due protagonisti,  si divertano a citare l’allegra scorribanda vista nel capolavoro di Godard ‘A band apart’.

Sperimentale ma con uno spirito decisamente pop(olare). 

Da non perdere.  

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