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L'amore secondo Isabelle

Regia di Claire Denis vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'amore secondo Isabelle

di zombi
7 stelle

isabelle è una bella donna di cinquant'anni. vive a parigi e ha quello che si potrebbe tranquillamente affermare, un bel lavoro; fa l'artista! a vederla da fuori si direbbe una donna realizzata e soddisfatta, ma non è così. la sua vita sentimentale va a scatafascio e sembrache niente di ciò che faccia, o che riesca a fare, ne risollevi le sorti. è separata, con un figlia di dieci anni. ogni tanto si vede con l'ex marito e fanni sesso. sembra, parlandone con un'amica, che sia proprio l'uomo per lei, ma... ha un amante, un facoltoso banchiere ovviamente sposato, tronfio, pieno di sè, scortese con tutti: stronzo insomma con il quale si trova per scopare ma ogni sessione è sempre più faticosa ed elaborata e per riuscire a godere, isabelle pensa a quanto sia stronzo, lo stronzo che le sta sopra e non riesce a venire.poi si vede con un attore, più giovane di lei, che cincischia e tentenna, pensando e ripensando ogni sua decisione come se la sua vita fosse una perenne prova teatrale, con una spettatrice che è altrettanto indecisa. 

tutte le sere a letto si fa un bel pianto e la mattina seguente riprende esattamente dal punto in cui si era lasciata la sera prima. ferma in quel punto senza sapere nemmeno da dove riprendere, se vuole ricominciare, ciarlando e ciarlando allo sfinimento senza aver mai detto veramente niente di niente.

dei suoi amici artisti poi, nessuno che la possa indirizzare verso qualcosa che non sia un vacuo accenno a quanto un paesaggio naturale sia finalmente il più vicino possibile a ciò che ci si aspetta somigli un paesaggio di campagna. 

le pare di aver trovato una parvenza di umana realtà in uno sconosciuto in discoteca che ha ballato con lei abbracciandola, ma il subdolo ricamo di un suo amico artista, non riesce a metterla di fronte al fatto che lei non vuole vedere al di là del proprio bel naso, e che quando quello che dovrebbe essere un suo amico le proprina ingelosite frasi fatte, lei dovrebbe almeno acccorgersi che sono frasi fatte e niente più. 

anche un suo vicino di casa che insiste a invitarla nella casa in campagna ereditata, con richieste sempre più vischiose sembra parlare quasi a voler far sentire agli altri che la sta maldestramente corteggiando, quando forse è che al signore piacerebbe più passare un week end con un uomo che con lei. 

isabelle parla e ascolta e ogni sera è sempre più sfinita. conosce gente, l'ultimo in ordine di tempo un gentile signore proprietario di una galleria in pieno centro, che la bacia per galanteria ma le chiede di non essere insistente e che si potrebbero risentire tra un mese, dopo la vacanza coi figli, se questo ancora le farebbe piacere.

ci ritroviamo insieme ad isabelle nell'alto borghese studio di un sensitivo che insieme al suo pendolino, non fa altro che seppellire isabelle e noi che ascoltiamo con il nulla assoluto e banalità talmente generali e buttate via, che chiunque possa permettersi una sua consulenza, vi rientrerebbe. 

alla fine tutto quello che il sensitivo richiede alla donna, quasi come un piacere personale, è di aprirsi  che sicuramente prima o poi quacuno lo incontrerà, e lei tra le lacrime e tra i titoli di coda annuisce, sorride e si convince che da qualche parte è rimasta un pò di felicità anche per lei, basta rimanere aperta e mantenere un bel sole interiore.

qualcuno ha capito qualcosa?... si, perchè le chiacchiere sono finite e il film anche, e isabelle rimane bramosa di qualcosa in un'attesa senza fine(anche se lei non ama le attese), quando probabilmente due o tre cosette vere nel corso del film le sono state dette, ma lei essendo troppo impegnata a soffrire, non le ha sentite. 

brava binoche e bravi tutti i coprotagonisti di questa piéce recitata in una sorta di trance dove tutti sono protagonisti, totalmente insensibili ai bisogni degli altri alla perenne ricerca possibilmente senza la fatica di dare. 

ci si rimane male, infastiditi, basiti o catatonici per disorientare l'altro. preferendo rincorrere le oscillazioni di un pendolino piuttosto che prendersi le responsabilità delle proprie decisioni e delle proprie sentenze.

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