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Chesil Beach

Regia di Dominic Cooke vedi scheda film

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La recensione su Chesil Beach

di Furetto60
6 stelle

Buona trasposizione cinematografica dell' omonimo romanzo di Ian Mc Ewan. Discreta la prova degli attori

Siamo a Londra nel 1962, Florence giovanissima e ambiziosa violinista, sensibile e romantica ed Edward, neo-laureato in storia col massimo dei voti, tipo un po’ svagato, dal carattere impulsivo e irascibile, s’incontrano casualmente come il più delle volte accade e immediatamente scatta il colpo di fulmine. È subito amore, solo che Florence appartiene ad una famiglia conservatrice e agiata, mentre Eduard viene dal mondo operaio e ha una madre che a causa di un banale incidente, ha perso alcune fondamentali capacità cognitive, trasformandosi in un’eterna bimba, che si trastulla, dipingendo croste inguardabili. I due giovani per quanto immensamente innamorati, sono entrambi schiavi dei tabù dell’epoca e i loro caratteri sono l’inevitabile prodotto del loro retaggio familiare e sociale. Volendo scomodare Freud, giova ricordare che secondo la sua scuola di pensiero, all’origine delle nevrosi, c’è quasi sempre una repressione sessuale. Attraverso continui flashback, in un’alternanza narrativa tra presente, e passato, scopriamo, da un lato e dall'altro, i traumi del passato, veniamo a conoscenza dei dettagli del loro vissuto, peraltro sembra di capire che da bambina Florence abbia subito molestie in famiglia e al contempo assistiamo agli impacci della loro prima volta, che non si consumerà mai, durante la disastrosa luna di miele a Chesil Beach, tra zip che s’inceppano, camerieri impertinenti, rivelazioni imbarazzanti,  movimenti goffi, l’imbarazzo sempre più crescente,fino al  litigio che metterà fine al loro matrimonio. La regia di Cooke pedina i movimenti, scruta le espressioni ,guarda dentro il loro animo e soprattutto coglie le loro ansie, le paure per qualcosa di indefinibile, che ignorano e ne racconta l'incapacità di comunicazione, il sesso resta tutto  dentro, non riescono ad esprimerlo,afflitti da un’educazione bigotta e oppressiva, quella dominante nei primi anni ’60, qualche anno prima della famosa rivoluzione sessuale, che avrebbe abbattuto almeno alcuni dei tabù dell’epoca, si ritrovano incapaci di gestire un’intimità, che avrebbe dovuto scaturire spontaneamente, restando ostaggio di una sorta di sortilegio psicologico, che li paralizza nel momento più topico della loro relazione, quel mancato amplesso, che li allontanerà per sempre, malgrado il forte sentimento che li lega. Tratto dall’omonimo romanzo di Ian Mc Ewan, “Chesil Beach" del regista Dominic Cooke ne è la diretta trasposizione cinematografica alla cui sceneggiatura è intervenuto in prima persona lo stesso scrittore inglese. Il regista Cooke, coadiuvato dall’autore stesso del romanzo, riesce bene a rappresentare l’atmosfera degli anni’60, ne coglie le caratteristiche e lo spirito. Il film, di matrice decisamente teatrale, è pervaso da un’atmosfera di struggente malinconia. Ben interpretato dai due attori che impersonano la coppia di sposi, Saoirse Ronan e Billy Howle, “Chesil Beach” difetta solo nel finale, da drammone sentimentale, strappalacrime. 

 

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