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Casting

Regia di Nicolas Wackerbarth vedi scheda film

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La recensione su Casting

di maghella
8 stelle

 

Una produzione televisiva tedesca ha ingaggiato Vera, una regista di documentari, per dirigere il remake del famoso film di Rainer Wender Fassbinder “Le lacrime amare di Petra Von Kant -1972). La regista è alla sua prima esperienza con un lungometraggio di finzione, e applica per la scelta dell'attrice che dovrà interpretare Petra una severità critica tale da ritrovarsi a soli 5 giorni dall'inizio delle riprese, senza una scelta definitiva. Per l'edizione televisiva è stato deciso di non proporre l'amore tra due donne come nel film originale di Fassbinder, ma di elaborare il rapporto di amore tra una donna (Petra appunto) con un uomo molto più giovane di lei. Per la parte del protagonista c'è già un attore pronto che però è occupato con altri impegni nei giorni del casting, per questo motivo è stato chiamato un sostituto: Gerwin, un attore che da tempo si è dato all'edilizia perché disilluso dalla carriera attoriale.

La scelta di Petra verte su 3 attrici molto brave ma completamente differenti tra di loro, Vera le scarta una a una, scatenando una serie di reazioni a catena che coinvolgono tutti i membri della produzione. Quando tutto sembra perduto, Gerwin, che ha iniziato a sperare di ottenere la parte da protagonista maschile, suggerisce il nome di una possibile attrice che risulterebbe adattissima per il ruolo di Petra. Non sa che così facendo segna per sempre il suo destino, e non sarà certo come da copione. Quello che rende molto originale questo film non è certo quello di mostrare il dietro le quinte della lavorazione su un set cinematografico, ma piuttosto la elaborazione dei personaggi che si avvicendano in scena e che riescono a falsare la finzione con la realtà delle loro esistenze lasciando lo spettatore sempre in costante attenzione.

Fassbinder per i tedeschi è intoccabile, quindi già il pensare di ridimensionarlo per il piccolo schermo pare un'operazione azzardata e che si presta a facili ironie e critiche crudeli. Ma l'opera di Fassbinder è in effetti crudele e spietata, quindi è la perfetta apertura di scena per prepararci allo spettacolo. L'amore lesbico scabroso e scandaloso del film originale, viene sostituito da uno etero più abbordabile per un pubblico televisivo. Ma se il protagonista maschile scelto (e non disponibile per i provini) è un attore palestrato e molto macho, Gerwin chiamato a sostituirlo è un omosessuale dichiarato, che quindi sulla scena riesce meglio di chiunque a interpretare Kirsten.

Vera è la regista che cerca la perfezione che è abituata a trovare nella natura con i suoi documentari. In questo nuovo lavoro le viene chiesto di decidere, sente la pressione da parte della produzione. Ma si capisce che Vera è donna dalle decisioni ponderate anche per quanto riguarda la sua vita: non più giovanissima si è decisa ad avere un bambino da poco tempo.

La psicologia dei vari personaggi viene definita proprio grazie ai particolari che emergono tra una descrizione e l'altra, tra una litigata e una risata. Tutti entrano ed escono di scena lasciando a Gerwin il peso da sostenere del suo personaggio fittizio, troverà il suo perfetto equilibrio quando gli verrà chiesto di interpretare momentaneamente Petra, in quel caso reale e irreale combaceranno.

Film dal ritmo crescente, con una sceneggiatura che non lascia spazi a momenti morti. Una riflessione sui ruoli e sui compromessi che si è disposti a sostenere pur di mantenerli. Fassbinder, mostro sacro del cinema tedesco e mondiale, è la chiave perfetta per aprire le porte dei sentimenti più nascosti, per far uscire fuori i desideri che si è disposti a tenere celati. Comprimere i suoi lavori in cornicette televisive non è sufficiente per limitarne la forza espressiva ed emozionale. Un tributo al cinema vincente che non invecchia, ma che continua ad essere di spunto per la crescita culturale e sociale.

 

 

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