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Il filo nascosto

Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film

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La recensione su Il filo nascosto

di tobanis
7 stelle

Avrei voluto dare 9 o 10, a questo film, ma la sceneggiatura non ha convinto e pure un filino deluso. Per il resto, è straordinario.

Film oltremodo esaltato dalla critica di mezzo mondo, col più compassato dei critici aggrappato sulle tende ad esultare. Anche su Film Tv prese lo straordinario voto medio di 8,9, mentre al grande pubblico era sì piaciuto, ma mica con tutto sto casino. E ha ragione il pubblico, secondo me. Non anticipo nulla della trama, ma è troppo lo stacco nel comportamento della protagonista, è troppo il cambio di registro, ed è troppo anche il finale, tra due veri squilibrati, tra i quali c’è probabilmente la trama segreta del titolo. Accenno la storia, lui ha una maison d’abbigliamento, è un talentuoso stilista, siamo in GB direi negli anni ’50. Incontra lei, la quale diventa in qualche modo la sua musa (ma non solo…). Lui ha però delle abitudini ferree, e non tollera cambiamenti inattesi (tutto normale, per i miei canoni, cioè ha pure ragione): per lei non sarà facile, diciamo così per non dire altro, abituarsi a questo.

Il film va visto, perché anche se per me è da 7, anche 7,5 (comunque mica male! Ma volevo dare di più), ha dei pregi fantastici. L’ambientazione, i vestiti ricercati, i modi, gli ambienti, l’eleganza del tutto, è notevolissima (vincerà l’Oscar per i costumi), ma direi che il plus è l’interpretazione dei tre protagonisti. Lui è Daniel Day-Lewis, e diciamo che è al suo meglio, dunque, straordinario. Lei l’avevo già vista ne Il giovane Marx. Bravissima, bella ma forse bellissima, un nome che ancora non dice molto ma speriamo per il futuro: Vicky Krieps. E poi c’è la sorella del protagonista, una magnifica prova per Lesley Manville, la classica attrice bravissima (qua candidata all’Oscar) che raramente trovi come protagonista. Dirige superbamente Paul Thomas Anderson (anche lui candidato all’Oscar, così come Day-Lewis, il film e la colonna sonora). All’Oscar venne preferito Del Toro, bravo, ma qua siamo su un altro pianeta. Sulla regia, sarebbe da scrivere qualche fiume di parole, perché l’ho trovata straordinaria. Ha dei tempi magici, soprattutto negli sguardi tra i due protagonisti, ha dei momenti ispirati, ha dei dettagli perfetti, e IMO, la scena che in cui lui la raggiunge a Capodanno, infine la trova, la raggiunge e si guardano, senza parlarsi…beh che dire… da posterizzare…la posa dei due attori, lo sguardo tra loro, lo sfondo, il momento, la musica…si dice, una scena che vale il biglietto, ma non solo, vale l’abbonamento stagionale. PTA è un genio. Peccato, avrei preferito che la storia evolvesse in altri modi, ma questo è, e questo abbiamo, seppure abbia saputo che in molti ha destato sconcerto. Malgrado la critica su di giri, il film è andato piuttosto male al botteghino.

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