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Catene

Regia di Raffaello Matarazzo vedi scheda film

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La recensione su Catene

di luisasalvi
8 stelle

Un tipico melodramma, ma anche un ottimo melodramma, tanto più se lo si confronta con quelli coevi americani, o anche con quelli di Visconti, che a me sembrano inutilmente morbosi. La critica impegnata giudicava retrivi i valori sostenuti nel film, forse senza distinguere fra i valori sostenuti dal film e quelli dell'epoca che il film denuncia; anche Mereghetti rimprovera al film di esaltare il ruolo familiare della donna mentre "la chiude a ogni esperienza sociale" e le impone la "rinuncia della passione": quella passione che invece esaltavano i melodrammi americani. Ma è molto più vera e convincente la passione che Rosa si sforza di dominare, dopo averla soffocata in anni di matrimonio sereno e di amore per i figli, che non quelle esaltate e ascoltate dalle sue colleghe americane, che troppo spesso confondono amore e passione. Un dramma forte visto soprattutto dalla parte di Rosa ma esaminato con verità psicologica in tutti i personaggi, sia pure sempre con le forzature melodrammatiche, peraltro previste e volute e mantenute su toni credibili; perfino nelle scene strappalacrime del figlio che capisce e disapprova in silenzio o della figlia che cerca la mamma. Il personaggio giustamente meno convincente è l'ex-innamorato che torna e improvvisamente dichiara un irresistibile ritorno di fiamma cui non può resistere: è il tipico appassionato da film americano; la sua passione, se pur è tale (ma nulla nel film la rende credibile), è l'opposto dell'amore; ma troppi film lo spacciano per amore, compreso il nostro Visconti. Come impegno sociale, poi, il film propone un acme drammatico nell'incontro di Rosa con l'avvocato che le spiega, con sua meraviglia e sgomento, che il marito sarà condannato a trenta anni se lei non l'ha tradito, mentre sarà assolto se lei confessa di averlo tradito: per una legge basata sull'idea antichissima che la moglie sia una proprietà del marito priva di libertà, per cui il marito ha diritto di uccidere chi l'ha posseduta ma non chi ha tentato di costringerla con ricatti o violenze o altro. L'opposto di un vero rispetto per la donna o in generale per l'essere umano e la sua libertà, checché ne dicano o ne vedano i sostenitori, piuttosto retrodatati, della passione irresistibile delle telenovelas che piacciono a certa critica. Ripreso malamente cinque anni dopo in L'altalena di velluto rosso, melenso e assurdo ma letto, a differenza di questo, come denuncia dell'ipocrisia della società. Il confronto aiuta ad apprezzare Matarazzo, che non avevo mai visto perché non amo i melodrammi, ma che merita più di tanti.

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