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I racconti di Parvana

Regia di Nora Twomey vedi scheda film

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La recensione su I racconti di Parvana

di ilcausticocinefilo
9 stelle

Probabilmente il migliore film d’animazione della stagione e, senz’altro, il più sorprendente. Uno straordinario racconto di resilienza nonostante le avversità, una storia profondamente toccante che lascia sì con un flebile senso di speranza ma anche con un ineludibile sentimento d'angoscia difficile da mandar giù. Denuncia più pacata eppure potente non può esistere.

 

 

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I racconti di Parvana (2017): scena

 

 

E l'animazione, ancora una volta, si dimostra in grado di veicolare messaggi importanti al pari del cinema dal vero e forse anche più, come, per l'appunto, nel caso di questo eccellente lungometraggio della co-regista di The Secret of Kells che grazie alla stilizzazione di cui può dar sfoggio il cinema animato produce una riflessione doppiamente potente (è il caso della "storia nella storia" narrata da Parvana al fratellino, che nel finale si scopre legata oltre ogni aspettativa alla vicenda principale, vicenda della quale ribadisce l'insegnamento, la morale).

 

 

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I racconti di Parvana (2017): scena

 

 

Figurativamente spesso magnifico (alcune delle vedute, cittadine come paesaggistiche, sono delle vere e proprie opere d'arte; mentre altrettanto intriganti sono le forme, come detto stilizzate, che illustrano il racconto parallelo della ragazza), Sotto il burqa è, ma si sarà già capito, un film fondamentale, che non ha alcun timore di affrontare argomenti di grande rilevanza e perenne quanto tragica attualità senza mancare d'identificare chiaramente i responsabili.

 

 

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I racconti di Parvana (2017): scena

 

 

Disegna senza mezzi termini, in tutta la sua insensata brutalità, il ritratto di un regime inumano che come ben pochi altri è riuscito a restringere completamente lo spazio di libertà di metà della propria popolazione, la libertà di donne ridotte agli arresti domiciliaricome criminali, impedite in qualunque attività che non siano quelle della cura della casa e dell'uomo. Un regime che rappresenta la degenerazione al massimo grado delle ossessioni religiose dell'uomo, spesso null'altro che scudi ideologici dietro i quali nascondere la propria volontà di dominio e possesso sull'altro sesso ma anche, allargando la prospettiva, su altre etnie, culture, popoli, tutti comunque accomunati dal fatto di essere, naturalmente, "inferiori". Un regime che, di conseguenza, è anche l’ennesima, plastica, conferma dei danni che derivano dal lasciar mano libera alla religione (e anche in Occidente, se guardiamo al nostro passato, ne siamo pienamente consapevoli).

 

 

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I racconti di Parvana (2017): scena

 

 

E' evidente che il film non porta il discorso fino alla sue naturali conseguenze perché non ne hai i tempi e, forse, la volontà (o, altrettanto probabilmente, perché intende porsi come opera di denuncia, primo passo comunque sempre indispensabile, e non come opera di proposta, in quanto per fare ciò sarebbe forse più adeguato un documentario), ma l'unica soluzione possibile per garantire una vita dignitosa ad ogni membro della società è uno stato democratico e laico, quanto più possibile dotato di anticorpi nei confronti di qualunque degenerazione autoritaria derivante da un'estremizzazione delle convinzioni (dunque, non solo religioni "teologiche", ma religioni "politiche", "economiche", ecc.), e che faccia del miglioramento al massimo grado dell'istruzione, con particolare riguardo a quella logico-scientifica (e, in particolare, economica), il suo baluardo (in modo tale che la popolazione sia messa nelle condizioni d’identificare le reali cause del proprio malessere, delle proprie tribolazioni, non confonda la contingenza con la causalità, non si lasci ingannare da falsi profeti, ad esempio dell’anti-scienza; e arrivi il più possibile a comprendere il proprio posto nel mondo, e nell’universo).

 

 

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I racconti di Parvana (2017): scena

 

 

E film come questo Sotto il burqa non sono altro che un potentissimo mezzo per cominciare a risvegliare o mantenere ben sveglie le coscienze, perché nulla venga dato per scontato e perché si sia sempre vigili sui propri diritti, per evitare che vengano derisi, negati, calpestati. Un film dal chiaro intento, che invita a non rassegnarsi, per nessuna ragione, e a comprendere come non sia dalla tempesta ma dalla pioggia, che nascono i fiori.

Prodotto dallo stesso studio delle opere di Tomm Moore, co-fondato proprio dalla regista Twomey, Sotto il burqa (o The Breadwinner, come da titolo originale, che letteralmente indica la persona che mantiene la famiglia, che “procura il pane”), nonostante le sue innegabili qualità, è stato vergognosamente snobbato dagli Oscar (che gli hanno preferito il solito film Disney-Pixar, Coco) e anche dal pubblico, complice in questo una distribuzione limitatissima. Ma, per fortuna, è reperibile su Netflix. Non mancatelo.

 

 

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I racconti di Parvana (2017): scena

 

 

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