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Ricche e famose

Regia di George Cukor vedi scheda film

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La recensione su Ricche e famose

di Antisistema
8 stelle

Jaqueline Bisset non credo che in cuor suo si sia mai sentita questa grande attrice, però se lavori con Polanski, poi Donen, successivamente con Lumet sino a consacrarti con Truffaut, ad un certo punto pensi giustamente di non essere solo bella, ma anche di valere qualcosa, nonostante la critica non ti prenda sul serio poichè per essa e per il pubblico sei miss maglietta bagnata di Abissi (1977), così passando oltre 2 anni a raccattare i soldi per produrre questo Ricche e Famose (1981), con il quale potresti finalmente dimostrare al mondo, che non sei solo una bellona che fa girare la testa a tutta la popolazione maschile eterosessuale, ma anche un'attrice vera. Purtroppo capita che il regista scelto Robert Mulligan debba mollare il film dopo appena 4 giorni di riprese per via di scioperi vari fermando così la produzione per ben tre mesi e Bisset, sull'orlo della disperazione, vedendo come stava naufragando il progetto, decide con un colpo improvviso di genio di chiamare l'ottantunenne George Cukor dalla sua adorata pensione, affidandogli il film, confidando nel suo mestiere e nella sua enorme abilità nel dirigere le donne. 
A prima vista Ricche e Famose, ultimo film del regista prima della sua morte nel 1983, può apparire, date tali premesse, come un'opera di mero mestiere non necessaria, essendo dettata non da urgenze espressive artistiche, ma da una commissione offertagli, però se uno conosce la carriera del regista, sa benissimo che Cukor ha concepito la sua carriera come mero lavoro su ingaggi altrui, ma fortuna vuole che il cineasta alla fine sia riuscito per fortuna o anche abilità a farsi un nome in questo modo, tanto che alla fine produttori ed attrici richiedevano espressamente la sua presenza in cabina di regia dato l'enorme bravura nel dirigere le attrici (ma anche gli attori comunue hanno offerto molto con lui) e l'indubbio mestiere nel portare a casa le pellicole, anche partendo da condizioni disperate. 
Sviluppata dal 1959 al 1981, lungo l'amicizia-inimicizia ultra ventennale tra Liz Hamilton (Jaqueline Bisset, da super slurp e super bona come sempre, si parte già con +3) e Merry Blake (Candice Bergen), la pellicola si dipana in un ritratto tra commedia e cinismo, di queste due donne alto-borghesi in carriera, Liz, autrice di libri "radical chic" con grande consenso critico e meno di pubblico, ma destinata a trovare eterna infelicità con l'altro sesso, mentre Merry, diviene autrice di sest-sellers si successo, ma poco apprezzati dalla critica, consolandosi però nella vita coniugale con Doug (David Selby), ex-fidanzato della sua migliore amica ai tempi del college. 

 

Meg Ryan, Candice Bergen

Ricche e famose (1981): Meg Ryan, Candice Bergen


Remake dell'Amica di Sherman (1943), pur pagando probabilmente dazio a livello attoriale dove Bisset e Bergen, per quanto strizzate come un limone dalla direzione di Curkor, ovviamente non possono sostituire rispettivamente Bette Davis e Miriam Hopkins, la differenza quindi che fa propendere per il rifacimento del 1981 risiede nel manico del regista e dal venir meno della censura dell'epoca, che consente a Cukor di tirare fuori la componente sessuale, che per forza di cose il cineasta non potè mai trattare nei precedenti lavori, nonostante sia un fattore fondamentale dell'universo femminile, qui finalmente trova spazio, con una totale disinibizione in materia sessuale sia nei dialoghi tra le due donne, ma soprattutto nelle travagliate relazioni mordi e fuggi intrattenute dal personaggio della Bisset con vari uomini, a cominciare dalla scena di sesso nei bagni di un aereo con un uomo che si finge vedovo, che fece molto discutere e con tanto di invettive al trash da parte della critica per via di un montaggio che alterna le riprese della "sveltina" con l'atterraggio dell'aereoplano in pista, un unicum nella filmografia del regista, del quale non capirono l'intento parodico della scena, così come la successiva sequenza amorosa sempre tra Liz (26 anni) con un ragazzo che ha la metà dei suoi anni (18 anni), dove Cukor si sofferma con la macchina da presa per lungo tempo sul fisico di lui, innanzi al quale Jaqueline Bisset sembra avere un fascino più omoerotico come se contemplasse l'anatomia di una divinità greca (Cukor era gay), che provare un piacere femminile vero e proprio. 
Diretto da un regista più che anziano con la sua giacca marrone elegante sul set, Cukor gira un ritratto generazionale femminile nel corso di 20 anni di evoluzione storica, tra momenti di riavvicinamento, tradimenti e gelosia, immergendo la pellicola in un tono crepuscolare, chiudendo la vicenda con un finale catartico, che sugella anche una sorta di coming out cinematografico da parte del regista, che sfrutta le figure delle due donne avvolte dal calore del camino, per rivelare al mondo ciò che aveva sempre dovuto celare per decenni, nonostante fosse cosa nota nell'ambiente. 
Un film che con la sua satira contro i premi letterari e la sua libertà espressiva nei confronti dell'universo femminile, in un certo senso anticipa di oltre vent'anni le working-women di "Sex and the city" secondo certe critiche, forse è vero, ma dietro la macchina da presa c'è un cineasta che in 60 anni di cinema, ha conosciuto l'universo femminile meglio di molti altri uomini e sa benissimo come plasmare la febbrile frustrazione di Liz, immersa nella sua solitudine e quella di Marry che più ha successo e più si allontanerà da suo marito Doug. 
Flop di pubblico e letteralmente atomizzato dalla critica americana, l'opera sembra fortunatamente riscuotere maggiori consensi qui in Europa, dove Mereghetti gli assegna ben 3.5 stelline, sancendo quindi la perfetta chiusura di una carriera lunghissima di George Cukor (dell'esordio di Meg Ryan ne facevamo a meno però), il quale si congeda artisticamente alla grande dal mondo del cinema. 

Hart Bochner, Jacqueline Bisset

Ricche e famose (1981): Hart Bochner, Jacqueline Bisset

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