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C'est la vie - Prendila come viene

Regia di Eric Toledano, Olivier Nakache vedi scheda film

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La recensione su C'est la vie - Prendila come viene

di diomede917
7 stelle

La prima domanda che uno si fa all'uscita di C'este la vie è:

Com'è possibile che i francesi dietro un film che ha come fulcro le peripezie di un matrimonio realizzano un'opera candidata a 9 Cesar e che sfonda pure al botteghino e noi realizziamo cinepanettoni volgarissimi con Massimo Boldi protagonista?

(Da notare che il film è stato posticipato nell'uscita visto che doveva uscire in concomitanza con Natale da Chef).

I motivi, secondo me sono 3, dei registi (gli Olivier Nakache ed Eric Toledano che già ci avevano deliziato con Quasi amici) che hanno le idee chiare e rappresentano la storia con un senso del ritmo incredibile;

Una sceneggiatura di ferro che alterna alla perfezione gag e momenti intensi;

Un cast in stato di grazie con facce giuste al posto giusto.

Due le cose che colpiscono del film e che ne fanno un piccolo gioiellino.

Il matrimonio non è visto dal punto di vista dei festeggiati ma dell'umanità che ne sta dietro a rendere perfetto il giorno più bello della vita degli altri.

Ho scoperto che  inizialmente il film doveva intitolarsi Il senso della festa, titolo che rappresenta al meglio il tourbillion emotivo che coinvolge i protagonisti del film.

Il protagonista assoluto è Max, un organizzatore di matrimoni demotivato che è in pieno "Cambiamento" sia lavorativo (sta trattando la cessione dell'attività) sia sentimentale tra un matrimonio che si trascina stancamente e la relazione con una collaboratrice stufa di aspettare e che lo ingelosirà per tutta la cerimonia.

La cosa che più colpisce questa personaggio è che in qualsiasi situazione lui si trovi affronta tutto con la stessa faccia, un'unica espressione per combattere mille problemi. Perchè lui è il leader e non può fare trasalire ogni forma di emozione al suo gruppo di lavoro. Un Jean-Pierre Bacri monumentale.

E come metafora della vita ogni appartenente al gruppo viene caratterizzato dal suo vissuto che poi esplode in un'esilerante serie di gag.

Abbiamo Adele, braccio destro del capo. Grande potenziale che sotto pressione si trasforma peggio di una persona affetta dalla sindrome di Tourette;

James animatore tamarro che cerca di convivere col suo talento inespresso;

Cuy, ex reporter di guerra adesso fotografo di matrimoni che si ingozza ai buffet e si arrabbia con chi fa le foto con gli smartphone

E infine il cognato di Max, un professore di lettere depresso che fa il cameriere per arrotondare che trova al matrimonio il suo amore mai confessato.....solo che sarebbe la sposa.

La vera forza sta nell'aver messo situazioni veramente comiche con una grazia priva di ogni banalità, ogni gag non è buttata al caso ma strettamente incastrata nel perfetto meccanismo di sceneggiatura.

Una via di mezzo tra 4 matrimoni e un funerale e Hollywood Party, dove ogni parte della giornata è scandita dal tempo. Come se ad un orario preciso dovesse accadere l'irreparabile.

Tra le tante scene piace sottolineare il "Se bastasse una canzone" di Ramazzotti cantata in uno spagnolo inventato, i deliri dell'ex innamorato che non vuol far capire che è al matrimonio come  cameriere ma sopratutto il fotografo alle prese con Tinder (non voglio Spoilerare ma vi assicuro esilerante).

E su tutto il finale, che racchiude il vero Senso della festa ma sopratutto della vita.....Da martedì si ricomincia tutto da capo.

Voto 7,5

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