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Detroit

Regia di Kathryn Bigelow vedi scheda film

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La recensione su Detroit

di Enrique
7 stelle

Ciò che di Detroit più mi ha colpito (tanto da rimanere ancora ben impresso nella mia memoria a distanza di qualche mese) sono i suoi protagonisti / antagonisti.

Tre su tutti.

Will Poulter

Detroit (2017): Will Poulter

 

Il primo della lista è Will “faccia da schiaffi” (NdR) Poulter il quale ha l’innata capacità di suscitare (quando non dileggio, in base al ruolo) sdegno, acredine e quasi ripulsa senza che la regia ci debba mettere del suo, quindi si rivela particolarmente azzeccata la sua scelta per interpretare la parte del poliziotto sadico e “piccolo” (umanamente).

John Boyega

Detroit (2017): John Boyega

 

Il contraltare è rappresentato dal solido John Boyega. Beniamino del nuovo corso di Star Wars (che io però mi sono stancato di seguire) è facile capire perché sia stato scelto per interpretare il ruolo della “guardia” nera, che guarda da osservatore né distaccato né tanto coinvolto da risultare vittima. Presenza rassicurante, racconta con gli occhi, parla misurato e dà equilibrio alla cronaca. Dalla parte giusta sempre, lambisce l’acqua torbida senza mai rimanerne invischiato. Sarà il nostro beniamino anche qua.

Jacob Latimore

Detroit (2017): Jacob Latimore

 

E poi c’è Algee Smith, l’agnello sacrificale perfetto, colpevole di essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato; perfetta incarnazione della vittima nera della folle violenza bianca, per lui la storia (prima di questo script) ha riservato un destino figlio naturale di quella notte al Motel Algiers, figlio dei fatti di Detroit del 1967 come di tutti quelli degli scontri per i diritti civili, 50 anni fa…. Come oggi.

 

Allargando l’angolo di visione, infatti, ciò cui si assiste (le scene di guerriglia urbana a creare l’humus adatto per la storia principale al Motel Algiers, prima, e i successivi strascichi giudiziari, poi) non fa parte del film, di una narrazione anche storiografica (oltrechè artistica), ma è il volto livido di un presente angosciante ed agghiacciante per la sua attualità; è questa, nonostante tutto, la vera tragedia, l'eredità; che la storia di Detroit non è racchiusa e confinata in uno spazio-tempo distinto dall’oggi.

 

Oggi dove, nell’ultimissimo fatto di cronaca (l’assalto riuscito a Capitol Hill – la sede del Parlamento americano), si può vedere l’ennesima goccia inquinata di uno strappo sociale destinato a non rimarginarsi mai. E chissà, con queste premesse (tremende e radicate), quanto poco ci vorrà prima che la prossima goccia sia quella fatidica…

 

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