Un film che nella prima parte oscilla tra documentario e ricostruzione e poi, via via che entra nel cuore della vicenda, si fa drammatico e concitato come gli avvenimenti di una delle pagine più buie nella storia americana

Non male, si lascia ben guardare nonostante un avvio stentato che impiega un bel po' a guadagnare interesse, poi però ripaga le aspettative. Certo non siamo ai livelli magistrali di The Hurtlocker e malgrado il mio interesse minimo per le politiche sociali e ciance immigrazioniste varie, il film mi ha intrigato e appassionato.

Ben fatto!!! Che dire... gente senza cervello da entrambe le parti. Quando il presupposto è questo certo non possono che accadere disastri. 9

Cinema palpitante, dalla drammatizzazione infuocata (seppur soventemente romanzata) e dei parallelismi agghiaccianti con la realtà contemporanea.

Attraverso una messa in scena di una potenza impressionante, Kathryn Bigelow fa leva sui corpi martoriati degli attori e ne cava un film fisico, viscerale, teso come una corda di violino, che restituisce alla perfezione la brutalità dell'episodio narrato senza mai trascurare la complessità del quadro storico, sociale e culturale. Voto 8,5

Perché io metto il voto al film e il sito lo cancella?

Film teso, accurato, certamente interessante, ma anche discutibile, poiché se è vero che la nostra solidarietà è sollecitata verso i poveretti umiliati e offesi, è altrettanto vero che dalla lunghissima durata di quelle scene e dal distacco gelido del modo di raccontare sembra emergere un certo impudico compiacimento descrittivo...

Un film che andrebbe visto non solo per il soggetto trattato ma anche per le sue qualità oggettive.

L'ABC del politicamente corretto (dopo il politicamente scorretto di PB ed il politicamente schierato di ZDT). Il 'dagli al negher' ha alla base l'inurbamento post bellico (primo e secondo), il resto e' accademia, legal ending incluso.

Film prodotto nel 2017, cinquant'anni dopo i fatti che racconta. Di scottante attualità pensando a quel che sta avvenendo in questi giorni negli Stati Uniti. Ottimi attori e grande regia.

I tumulti "razziali" del 1967 a Detroit divengono un cinema "nevrotico" e serrato, la lettura sociale è trascritta nel nervosismo della regia.Le 4 mura dell' hotel sono lo spazio condensato di un tempo e un epoca abbrutita dal razzismo.

Film "emotivo", claustrofobico nell'impianto generale. Soggetto semplice, buoni contro cattivi e viceversa, io ti minaccio con la pistola (finta), e tu mi spiani con i cannoni (veri). Forse troppo lungo (30 minuti in meno sarebbero stati perfetti), e qualche compiacimento nella violenza. Film minore della Bigelow, non riuscito del tutto. Voto 5

Ottimo film di storia recente. Teso, rigoroso ma con buon piglio narrativo. Ottimo il cast.  Kathryn Bigelow si conferma regista di talento. 

Come descrizione dei fatti reali si può anche visionare,per altri motivi è sconsigliato.voto.4.

Una drammaticità che tiene incollati per tutto il tempo.

Bolzaneto.

Un raro esempio di grande cinema.

su temi classici del cinema di denuncia, Bigelow innesca la sua modernissima capacità di girare l'azione dal di dentro, questa volta nella soffocante clausura delle stanze di un albergo di Detroit, producendo un film quasi epico

Vi siete mai accorti che la bellezza di un film è inversamente proporzionale a quante volte si sia costretti a ispezionare lo screen dell' I phone o per i più fortunati un orologio visibile al buio?

Partendo da una ricostruzione il più possibile fedele dei fatti, ottenuta con un grande lavoro di documentazione consistente anche nella raccolta delle testimonianze di tre superstiti, Boal butta giù una sceneggiatura divisa sostanzialmente in tre atti, e Bigelow la traduce in immagini con uno stile immersivo fatto di camera a mano e primi piani.