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Ghosthunters

Regia di Pearry Reginald Teo vedi scheda film

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La recensione su Ghosthunters

di undying
1 stelle

Produzione Asylum che mescola le gesta di un serial killer con le imprese di un team di investigatori del paranormale. Una trama improponibile, riservata ad un film inguardabile. Della serie "fantasmi che non fanno paura. E nemmeno ridere."

 

locandina

Ghosthunters (2016): locandina

 

Un omicida seriale -denominato Night Stalker- tortura diverse persone mentre, indossando un maschera da medico della peste, prima di uccidere sottopone le vittime a un forte stress emotivo. Un investigatore del paranormale, Henry (Stephen Manley), dopo aver perso moglie e figlia massacrate dal killer, vuole testare una macchina di sua invenzione, in grado di evocare i fantasmi. Per farlo penetra, assistito da un gruppo di collaboratori, nella casa in cui sono stati compiuti i delitti, nella speranza di dare pace alle anime inquiete di moglie e figlia.

 

scena

Ghosthunters (2016): scena

 

Pearry Teo scrive e dirige (per l'indifendibile casa di produzione Asylum) uno dei più brutti horror degli ultimi anni, ovviamente tradotto anche in Italia. Perché il peggio noi non ce lo facciamo mai mancare, nemmeno in home video. Bastano pochi minuti per capire in che (dis)avventura ci si trova durante la visione di questo Ghosthunters, film che mette in scena un soggetto inenarrabile, dove la scienza viene (molto male) mescolata al paranormale. Il protagonista, infatti, ha inventato - testuali parole del geniale ricercatore- "una macchina in grado di scansionare l'ectoplasma", per poi poterne estrare il DNA (!!!) necessario al fine di stabilire l'identità del fantasma. L'esperimento empirico deve essere eseguito in tempi stretti. Ovvero l'ectoplasma, una volta catturato, finisce in una fiala per essere scansionato da un "decoder" prima che il tempo (con il supporto degli agenti atmosferici, sic!) sia responsabile del suo deterioramento.

 

scena

Ghosthunters (2016): scena

 

Al nostro Henry, Einstein fa un baffo! L'uomo ha infatti concepito un complicato algoritmo in grado di tradurre -con l'ausilio di un PC- un messaggio cifrato in codice binario; il gruppo di ghosthunters può convertire così in EVP (Electronic Voice Phenomena) il messaggio proveniente dall'Aldilà. Se siete arrivati a leggere sino a qui è opportuno sottolineare che... no. Non ci siamo fumati nulla, tantomeno bevuto altro che un bicchiere d'acqua. Non possiamo invece garantire per Pearry, il regista anche autore del soggetto, che sicuramente in fase di stesura della sceneggiatura (riesce a tirare in ballo anche gli esperimenti giapponesi della tristemente famosa Unità 731!) qualche sostanza allucinogena la deve avere avuta in corpo. Al di là dell'infelice trama, con finale partito davvero per la tangente, la messa in scena è gravata da una regia anonima e televisiva. Per chiudere si segnala la presenza insignificante di qualche modesto effetto psichedelico, accostata ad un paio di delitti suggeriti e un andirivieni tra passato, presente e coincidente (ovvero la sovrapposizione temporale vissuta da una del team di acchiappafantasmi). Vero è che dalla Asylum non ci si poteva aspettare un bel film. Ma la speranza di assistere a un ulteriore esemplare del genere so bad so good era l'ultima a morire, prima di iniziare la visione... 

 

scena

Ghosthunters (2016): scena

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