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Jeannette - L'infanzia di Giovanna d'Arco

Regia di Bruno Dumont vedi scheda film

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La recensione su Jeannette - L'infanzia di Giovanna d'Arco

di mck
8 stelle

G.I. Jane.

 

 

“Jeanne è al tempo stesso socialista, nazionalista, comunista, cattolica: è come se raccogliesse il peggio di tutti”, dice (da un’intervista di Giona A. Nazzaro, VIII Festival Rendez-Vous, aprile 2018, Roma, Nuovo Sacher – FilmTV, anno 29 n. 38, 21/9/2021) Bruno Dumont [i precedenti “la Vie de Jésus”, “l'Humanité”, “Twentynine Palms”, “Flandres”, “Hadewijch”, “Hors Satan”, “Camille Claudel 1915” (e Paul Claudel fu l'autore dell'oratorio Jeanne d'Arc au Bûche), “P'tit QuinQuin” e “Ma Loute” e i successivi “CoinCoin et les Z'inhumains”, “Jeanne” e “France”] parlando di “Jeannette, l'Enfance de Jeanne d'Arc”, prima parte [dopo le realizzazioni di Méliès, DeMille, Dreyer, Fleming, Delannoy, Rossellini, Preminger, Bresson, Rivette e financo - previa rinuncia di Bigelow - Besson; per quanto riguarda la letteratura, invece, mi limiterò qui a citare la post-asimoviana "Second Foundation Trilogy" di Benford, Bear e Brin, nella quale ciberneticamente s'incontrano due intelligenze artificiali che simulano/ricreano le personalità di Giovanna d'Arco e del suo "storico ridicolizzatore" (cit. Cardini), il signor di Voltaire] del suo dittico – dalla Mosa… [Domrémy (poi Domrémy-la-Pucelle) - Orléans - Reims] …al Rogo, per muovere guerra alla guerra –, composto da molti diorami, qualche "scarrellata a mano" e un impercettibile zoom su dolly/gru, dedicato a "revisionare" la figura della Pulzella di Francia, che “dice il segno della croce senza farlo”, traendolo da “Jeanne d’Arc” (1897) e “le Mystère de la Charité de Jeanne d'Arc” (1910), due componimenti redatti in “autistica” (per l'ampio e parossistico spettro delle multiple reiterazione concettuali) prosa lirica, in pratica delle straub-huilletiane (per la loro arcaica rusticità minimale e al contempo densissima) sceneggiature fatte e finite, sotto il dominio “eretico” di Charles Peguy, poeta, scrittore, saggista, giornalista, socialista e cattolico romano, nato nel 1873 e morto nel 1914 nel corso della Prima Battaglia della Marna, sul Fronte Occidentale del Primo Conflitto Mondiale, per il quale (cfr. Richard Powers, “Three Farmers on Their Way to a Dance”, ove il Ballo, la Festa Danzante, è la WW1) la guerra è un punto d’innesco, un’accelerazione -[anche e soprattutto tecnologica: celebre è la sua affermazione del 1913 attraverso la quale afferma che “le cose sono cambiate più negli ultimi 30 anni che in tutto il tempo passato dalla morte di Gesù Cristo” (e ciò è vero ancora oggi, e sempre in maniera maggiore, anzi esponenziale), e da questo PdV la Guerra dei Cent’Anni, che nonostante le date di inizio e fine (1337-1453) di anni ne durò effettivamente un centinaio, pause escluse, portò (oltre a decine di migliaia di morti, dirette e indirette, mietute come spighe di grano, quando già la Peste Nera ne aveva falciate un numero incommensurabilmente maggiore) a varie migliorie per quanto riguarda i timoni delle navi, le bussole, le balestriglie, gli archi lunghi e soprattutto le bombarde e i cannoni]- verso ciò cui la Storia “tende”(rebbe): e che cos’è se non “Destino Manifesto” la reiterata Estasi medioevale della boccoluta lungo chiomata testa scossa à la Kurt Cobain derviscio tourneur sotto l’abbacinante lenzuolo indaco-ceruleo di un cielo che accetta l’arrivo e il passaggio delle nuvole, così come il ritorno del sole, fra ombra e luce, ripreso dall’indiavolata fotografia in 1.55:1 di Guillaume Deffontaines (mentre il montaggio - secco, intenso e giocoso - è dello stesso Dumont in coppia con Basile Belkhiri) e sulle note breakcore di Gautier Serre in arte Igorrr?

 


Quisquilie, pinzillacchere. Sofismi, arzigogoli.

Recitato.

- Hai capito che sono codardi, tutti. E complici del male universale. E che sono responsabili. Responsabili delle anime che si dannano da sole e responsabili davanti a Dio, a cui quelle anime appartengono. Lasci che siano dannati e per questo senti di meritare tu stessa la dannazione. Da quando lo hai scoperto, hai cominciato a mentire. Menti a tuo padre, a tua madre, ai tuoi fratelli, a tua sorella, ai tuoi amici. Fai finta di amarli, ma non puoi più amarli. Eppure li ami comunque. Menti anche a te stessa, convincendoti di amarli, ma non puoi più amarli. Eppure li ami ugualmente. Non li ami, ma continui ad amarli. E adesso tutto è falso nella tua vita. Falso l'amore filiale, falso l'amore fraterno. Sono falsi gli amori, sono false le amicizie. Sono falsi tutti i tuoi sentimenti. Tutta la tua vita è falsa e bugiarda. Vivi a casa con la tua famiglia, ma ti senti sola e triste come un'orfana.

- È vero, è vero che la mia anima è triste, e soffre da morire. Sono in ansia, e nello sconforto. Perché non avrei ami pensato che la morte della mia anima potesse essere così dolorosa. L'assenza di tutte le persone che ho amato, questo mi ha uccisa. Sento che la mia morte terrena è vicina. Possa Dio concedermi al più presto una morte terrena. Oh mio Dio, la nostra vita terrena fa così pena. Perché le persone che amiamo sono per sempre assenti.

- Figlia mia, abbi pietà della perdizione. Figlia mia, abbi pietà per la dannazione, dove le anime perse e maledette conosceranno solo tormento. Ché anche Dio è assente nella sua eternità.

 

[Intermezzo. Ricordando che "Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, come diceva quello, è da notare, a tal proposito, oltre alla improvvisa, tra un fotogramma e l'altro, o, per dirla con Walter Murch, in un battito di palpebre/ciglia, comparsa di un paio di sante e di un arcangelo fra le fresche frasche, la "conseguente" scomparsa di...   

...due rocce, una in basso a dx e l'altra al centro, ché niente, manco Dio, sfugge al postulato fondamentale di Lavoisier, poi evolutosi e perfezionato con la meccanica classica nella legge della conservazione della massa e nel più estensivo principio di conservazione dell'energia.] 

 

Cantato.

- Se mi chiedessero di salvare dalla fiamma eterna i corpi martoriati dei dannati, tormentati dalla sofferenza, in cambio del mio corpo nella fiamma eterna, possa Dio donare il mio corpo alla fiamma eterna. Se mi chiedessero di salvare dall'eterna assenza le anime dei dannati tormentate dall'assenza, in cambio della mia anima nell'eterna assenza, possa la mia anima andare nell'eterna assenza.

- Tacete, sorella, siete stata blasfema! Dio, nella sua infinita misericordia, vuole che l'umanità patisca, perché serve alla salvezza della sua anima. Ma non vuole che la sofferenza infernale serva a salvare le anime. Non accetterebbe, che per salvare le anime in pericolo, si soffra laggiù. Ed ecco perché il nostro Signore, padrone di noi tutti, figlio degli uomini, è venuto per darci la sua sofferenza, ci ha dato tutte le sofferenze per la redenzione, anche le giuste e significative sofferenze della tentazione. Ma non si è mai spinto tanto oltre e così lontano da darci la sofferenza vana del peccato. Il nostro salvatore voleva darci tutte le sofferenze umane, ma non voleva dannare sé stesso, perché sapeva che la sua sofferenza infernale, persino la sua, non sarebbe servita per salvarci.

- Se mi chiedessero di salvare dalla fiamma eterna i corpi martoriati dei dannati, donando il mio corpo alla sofferenza umana, possa Dio donare il mio corpo alla sofferenza umana. Se mi chiedessero di salvare dall'eterna assenza le anime dei dannati tormentati dall'assenza, donando la mia anima alla sofferenza umana, possa essa restare viva con la sofferenza umana.

- Tacete, sorella, siete blasfema! Perché se il figlio dell'uomo, nella sua ora fatale e suprema, ha pianto l’angoscia spaventosa come un'anima persa e dannata in agonia, con un pianto che suonava falso come una bestemmia divina, era perché il figlio di Dio sapeva, il figlio di Dio sapeva che la sofferenza del figlio dell'uomo non avrebbe potuto salvare i dannati. E tormentato più di loro da questo, nella sua disperazione, Gesù moribondo pianse per i derelitti e gli abbandonati. Nel sentir arrivare la morte del corpo, non vedeva sua madre piangere disperata ai piedi della croce, né Giovanni, né Maddalena. Gesù moribondo pianse per la morte di Giuda…

(Nuovo Testamento, Vangelo Secondo Matteo) ...perché sapeva che il peccatore supremo aveva già gettato via i soldi insanguinati che aveva guadagnato, e quando il più perso degli uomini si impiccò quei soldi finirono con il suo corpo, in una fossa comune.

(Nuovo Testamento, Atti degli Apostoli) …perché sapeva che il peccatore supremo si era già ripreso i soldi insanguinati che aveva guadagnato, e quando il più perso degli uomini si impiccò quei soldi erano già serviti per il campo del vasaio.

Essendo figlio di Dio, Gesù sapeva tutto. Sapeva che il suo amato Giuda non sarebbe stato salvato nemmeno dal suo sacrificio. E fu allora che conobbe la sofferenza infinita. E fu allora che conobbe l'agonia infinita e pianse e gridò come un pazzo, in preda all'angoscia spaventosa, facendo barcollare Maria, ancora in ginocchio, mentre vacillante si alzava. E infine, per la pietà del padre, finalmente ebbe la sua morte umana. Perché cercate, sorella, di salvare le anime dannate dall'inferno eterno? Credete di poter far meglio di Gesù il salvatore?

 

 

Entrambe esordienti assolute, Lise Leplat Prudhomme è Jeannette, bambina, mentre Jeanne Voisin è Jeanne, ragazza. La prima, cresciuta di un paio d'anni, interpreterà nel 2019 anche la seconda parte del dittico, "Jeanne". Chiudono il cast Lucile Gauthier e Victoria Lefebvre (rispettivamente Hauviette bambina e ragazza), Aline ed Elise Charles (Madame Gervaise e le sante Margherita e Caterina), Nicolas Leclaire (lo zio), Gery De Poorter (il padre), Régine Delalin (la madre) e Anaïs Rivièr (in un "quadro", l'arcangelo Michele).

 

 

Jean-Marie Straub e Danielle Huillet, come detto, certo, ma anche Roberto Rossellini e Robert Bresson, Daniele Ciprì e Franco Maresco, Leos Carax e... Adriano Celentano (ma in un certo senso la “pesante” leggerezza delle preponderanti inserzioni musicali mi ha ricordato paradossalmente quelle, molto più brevi e circoscritte, dell’Ozon di “8 Femmes”), e soprattutto, per “altri” versi, lo… Scorsese di “the Last Temptation of Christ”.

 


“Metti il fuso sulla mensola: nessuno lo toccherà e potrai riprendere il lavoro al tuo ritorno.”

À tout à l'heure, Jeanne(tte).

“Addio, Mosa sonnacchiosa e dolce della mia infanzia.”

* * * * (¼) - 8.25     

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