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Affari sporchi

Regia di Mike Figgis vedi scheda film

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La recensione su Affari sporchi

di Maciknight
6 stelle

Poliziesco incentrato sulle indagini degli Affari Interni della Polizia di Los Angeles, meglio conosciuta come la “Disciplinare”, che prende di mira un poliziotto corrotto ed assassino che gestisce un notevole business sfruttando amicizie e colleghi con paternalismo e clientelismo.

Poliziesco incentrato sulle indagini degli Affari Interni della Polizia di Los Angeles, meglio conosciuta come la “Disciplinare”, i cui agenti sono ovviamente malvisti da tutti i colleghi in servizio operativo, che li considera dei “castigatori” in carriera. La storia è più che interessante, si basa prevalentemente sulla corruzione morale di un singolo agente interpretato da Gere, che gestisce un business criminale sfruttando le conoscenze (sia tra la polizia che tra la malavita) e facendo pesare i favori che elargisce ai colleghi, anche superiori di grado, che finisce per manipolare a piacimento. Il losco individuo si muove come un gallo in un pollaio, e le “galline” sono le sue ex mogli (tutte sue complici” oltre alle mogli dei colleghi), una specie di superdotato edonista egocentrico, abituato a dominare gli altri con paternalismo ma senza esitare a ricorrere anche alla prepotenza ed alla violenza. A lui si contrappone un agente della “Disciplinare” interpretato da Garcia, che gli si rapporta come un “galletto” con più o meno le stesse valenze e reazioni, facendo in parte il suo gioco, dimostrandosi la sua immagine speculare, solo più onesta ma non per questo meno opportunista e pericoloso (coloro che decideranno di collaborare con lui faranno tutti una brutta fine). Ed in questa sfida tra “machi” a mio avviso si è giocata la potenzialità del film, che poteva essere sviluppato con maggiore talento, sensibilità e profondità, mentre invece si è preferito renderlo più viscerale e sessuale e pertanto anche superficiale, con reazioni che da noi rammentano molto la cultura latina della peggior specie, fatta di mania di possesso e dominio, gelosia maniacale e violenta, sfida tra maschi a chi c’è l’ha più lungo, e soprattutto una sorta di misoginia latente che finisce per descrivere le donne con disprezzo e poca dignità. Il film, considerando che è trascorso ormai un quarto di secolo, è più che dignitoso nella sua realizzazione, ma non andrei oltre una sufficienza stentata.

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