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120 battiti al minuto

Regia di Robin Campillo vedi scheda film

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La recensione su 120 battiti al minuto

di diomede917
8 stelle

Vincitore del Gran Premio speciale della Giuria presieduta da un commosso Pedro Almodovar e rappresentante della Francia ai prossimi Oscar (dove parte decisamente per favorito) arriva anche da noi 120 Battiti al minuto del regista Robin Compillo già sceneggiatore di Laurent Cantet e per questo si capisce l'accalorato coinvolgimento per le tematiche sociali con taglio pseudo documentaristico.
120 battiti al minu...to ci catapulta in pieni anni 90 caratterizzati dalla conoscenza e dalla lotta all'Aids raccontandoci le gesta e l'attività sentita di Act Up, un'associazione che ha combattuto contro Mitterand e le case farmaceutiche affinchè fossero tutelati e messi a fattor comune i diritti e il dramma dei siero positivi. Associazione dove ha militato lo stesso Compillo che ha riscritto in opera di fantasia fatti che lui ha visto e vissuto con i suoi stessi occhi.
Il film è strutturato in due parti ben distinte. La prima quella più politica dove ci viene presentata Act Up, le sue battaglie, le diverse anime che la compongono.
Bellissima l'apertura vista da 3 punti di vista differenti: da chi è predisposto al dialogo, da chi invece punta sui gesti estremisti e provocatori e chi si fa travolgere in preda alla confusione del momento.
Si seguono le loro riunioni fiume, le loro strategie, le loro difficoltà a far sapere il loro dramma. Non solo al Governo o alle Case Farmaceutiche colpevoli di fare disinformazione, ma anche all'interno della stessa comunità gay restia a vedere (forse per paura) il demone AIDS.
Cosi tra azioni dimostrative a base di sangue finto e Gay pride ci ritroviamo nella seconda parte quella più carnale e sofferta.
Perchè 120 battiti al minuto non è solo un film che parla di AIDS ma è un film che te lo fa vivere quasi in prima persona.
La prospettiva diventa quella di Nathan neo attivista e unico non sieropositivo, credo che la scelta sia voluta quasi a voler accompagnare lo spettatore dentro un mondo fatto di amore e dolore.
Nathan si innamora di Sean, il più ribelle il più focoso il più passionale del gruppo.
Lo seguirà in tutta la Via Crucis che la malattia gli impone.
E' la parte decisamente più bella del film, senza retorica o provocazioni inutil.
Ci fa sprofondare nella vertiginosa discesa degli inferi che l'AIDS ti porta.
Senza respiro, si percepisce tutto il dolore sia fisico che interiore. Ci mostra tutto l'amore che c'è sia all'interno della relazione che all'interno della stessa comunità di Act Up.
Ci mostra tutto il sangue che c'è: Infetto, Finto, che colora la Senna.
Toccante la scena della masturbazione in ospedale e il rapporto sessuale finale con tanto di pianto liberatorio dopo tanta sofferenza.
E su tutto riecheggia la cononna sonora fatta di 120 battiti al minuto, ballata in discoteca in maniera sfrenata come una breve ma intensa parentesi di gioia e di sfogo.
VOTO 8

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