Regia di Jonathan Levine vedi scheda film
Visto in lingua originale con sottotitoli.
Persi nello stesso giorno lavoro e ragazzo, logorroica pasticciona selfie-dipendente convince la madre divorziata amante dei gatti a seguirla in Ecuador per un viaggio non rimborsabile nel segno dell’avventura più rocambolesca.
La protagonista, attrice comica sul genere di Melissa McCarthy, produce insieme a Paul Feig quest’aggiornamento in chiave femminile del buddy-movie on the road, il cui script porta la firma di Katie Dippold – sue le sceneggiature di Corpi da reato e del reboot di Ghostbusters (1984).
Le occasioni di divertimento non mancano, benché ottenuto con espedienti vecchi e risaputi, spesso da cartone animato della Warner Bros. (anche nella sporadica azione violenta). Però il film sembra più un susseguirsi di sketches giustapposti – a stento si arriva ai novanta minuti – cuciti su misura per la verve della sola Schumer (messasi in luce nell’omonima serie televisiva da lei creata), relegando di fatto la sua comedy partner Goldie Hawn al ruolo di guest star senza strapazzi e i personaggi secondari – sulla carta spassosi, per quanto non così insoliti (il fratello nerd agorafobico, le due iper-vigilanti interpretate da Wanda Sykes e una Joan Cusack in “marxiana” versione muta, lo sbirro nero, un medico del villaggio e altri ancora) – in buffi ma marginali momenti narrativi.
La trovata rapimento-fuga, ripetuta da farseschi imprevisti (le stupide morti degli unici figlio e nipote del consueto criminale sudamericano), serve a dimostrare l’importanza di avere Una mamma per amica.
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