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Una donna fantastica

Regia di Sebastián Lelio vedi scheda film

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La recensione su Una donna fantastica

di port cros
7 stelle

Marina dimostra, di fronte a difficoltà che distruggerebbero la maggior parte delle persone, di essere animata da una resilienza incrollabile, una caparbia determinazione a non lasciarsi disumanizzare, che le permette di conservare sempre intatta la sua dignità: in questa indomabilità si sostanzia il suo essere "una donna fantastica".

Orlando è un piccolo imprenditore di mezza età di Santiago del Cile, legato sentimentalmente a Marina, una donna transessuale di professione cameriera ma anche cantante. Quando un improvviso malore se lo porta via, Marina rimane sola ad affrontare non solo il dolore della perdita, ma anche il rifiuto violento ed aggressivo della famiglia di lui, che tenta in tutti i modi di cancellare la sua presenza dal ricordo della vita del defunto, di cacciarla dal loro appartamento, di impedirle di partecipare al funerale.

Se all’inizio dei loro incontri con Marina i familiari sembrano mantenere un’apparenza di civile correttezza, qualora l’interazione si protragga oltre pochi minuti emerge inesorabilmente un disprezzo feroce, che si traduce in comportamenti inumani e degradanti nei confronti della donna trans. Solo il fratello di Orlando mostra comprensione nei suoi confronti, ma viene surclassato dal comportamento meschino dell’ex moglie e del figlio.

Marina deve anche affrontare un’indagine della polizia sul decesso di Orlando, ed anche in questa occasione viene sottoposta a trattamenti inutilmente umilianti, come essere fotografata nuda e chiamata insistentemente con il suo precedente nome maschile o la presunzione che quello con Orlando fosse un rapporto mercenario.

 

Daniela Vega

Una donna fantastica (2017): Daniela Vega

 

Marina dimostra, di fronte a difficoltà che distruggerebbero la maggior parte delle persone, di essere animata da una forza e determinazione incrollabile a non lasciarsi disumanizzare, una resilienza stupefacente di fronte alle umiliazioni che subisce che le permette di conservare sempre intatta la sua dignità: in questa indomabilità si sostanzia il suo essere una “donna fantastica”.

 

Proprio la forza di volontà e la dignità trasmesse dalla sua protagonista evitano che il film sprofondi nel vittimismo e nel pietismo (e a volte nella sceneggiatura il rischio c’è), ma al contrario riesca a trasmettere un senso di  speranza nella capacità di elevarsi al di sopra delle bassezze. Il regista Sebastian Lelio ancora il film al punto di vista di Marina, e la sua scommessa è combinare la riflessione e la denuncia dei pregiudizi e delle discriminazioni (magari in certi punti troppo didascalicamente sottolineati, come l’inutile ed eccessivo rapimento da parte del figlio) con un dramma solido ed appassionante, in cui introduce tocchi di noir e di mistero. Se la sceneggiatura non è perfetta al 100% (Marina dopo una notte passata in ospedale dove il compagno è morto si reca direttamente al lavoro??!!??), il regista possiede tuttavia un intrigante talento visivo e scenografico e lo dimostra con il bel lavoro sulla luce e, più marcatamente, in alcune sequenze ricche di fantasia onirica, come quella simbolica della resistenza di Marina all’infuriare del vento, la luccicante scena di ballo corale del nightclub e quella, sempre di ballo ma questa volta romantico, con il fantasma di Orlando.

 

Daniela Vega, Francisco Reyes

Una donna fantastica (2017): Daniela Vega, Francisco Reyes

 

Un elemento imprescindibile per la riuscita della pellicola è stata certamente la scelta di scritturare un’attrice transessuale per interpretare Marina: si tratta di Daniela Vega, una cantate lirica cilena, inizialmente contattata da Lelio per una consulenza e poi trasformatasi nell’attrice protagonista, conferendo al personaggio la caparbia fermezza che Daniela ha dovuto sfoderare nella sua vita quotidiana per affermarsi facendo fronte ai pregiudizi vischiosi ancora presenti nelle nostre società.

 

Daniela Vega

Una donna fantastica (2017): Daniela Vega

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