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Una donna fantastica

Regia di Sebastián Lelio vedi scheda film

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La recensione su Una donna fantastica

di zombi
9 stelle

dalla spuma delle cascate di iguazu, con una luce innaturale, come quelle di una rappresentazione teatrale, che convergono nelle luci blu e rosse di una sauna finlandese a santiago del cile, nasce UNA DONNA FANTASTICA...

l'uomo si dirige verso un locale e con un bicchiere in mano si ferma a guardare la cantante; si guardano e si sorridono.

li ritroviamo seduti al tavolo a festeggiare il compleanno di lei e poi lui le allunga una busta con dentro un buono  scritto a mano per due biglietti per le cascate di iguazu; quando lei chiede come mai un buono, lui risponde che non ricorda più dove ha lasciato i biglietti acquistati e stampati.

notte tempo l'uomo si sente male. è confuso e sta sempre peggio. addirittura rotola giù per le scale di casa. arrivano all'ospedale, ma per l'uomo non c'è più niente da fare.

dopo aver avvisato per telefono il fratello del defunto, inspiegabilmente la donna si allontana frettolosamente dall'ospedale, ma viene rintracciata dalla polizia e ricondottavi, subisce una sorta di interrogatorio. 

da quel momento, per marina vidal inizia una dissezione. a cominciare dal dottore che le chiede insistentemente le generalità, alla ex moglie del compagno che la definisce una chimera.

addirittura una poliziotta che si occupa di casi di violenza sulle persone.... donne come lei, insiste per sapere se ha subito violenza e le impone una visita approfondita dove ogni suo anfratto viene scrutato e fotografato. 

il suo stato di donna in transizione, viene sviscerato e rivoltato come un guanto. tutti vogliono sapere tutto di lei, cercando in ogni modo possibile di aggrapparsi ad uno stato di genere certo per non voler guardare in faccia la realtà dei fatti.... orlando, il defunto, rispettato proprietario di una ditta di tessuti, aveva lasciato la famiglia perchè innamoratosi, ricambiato, da marina vidal. 

non importa tanto cosa è successo, ma con chi questo è successo. 

i primi contatti con la giovane donna sono forzatamente educati; e marina asciutta, contraccambia con una disponibilità assoluta. 

ma quando i contatti superano i pochi minuti di conversazione, subito si fa largo, come un mostro parassita che non riesce più a stare nella pelle dell'ospite, il disprezzo e il rifiuto. 

marina affronta tutto con una fermezza e una stabilità che affonda le radici probabilmente in un'esperienza di rifiuto, odio e disgusto che lei ben conosce e che sa come affrontare. 

e li affronta a testa alta, con gli occhi piantati negli occhi dei suoi aggressori, il che li fa diventare ancora più aggressivi, feroci sino al rapimento in pieno sole e sotto gli occhi di tutti, neanche si fosse nel cile di pinochet. 

MOSTRO.... FROCIO DI MERDA..... rovina famiglie non la scalfiggono, nemmeno schiacciato tra due energumeni che in una delle scene più forti e violente, le avvolgono il viso col nastro adesivo, cercando di renderla quel mostro che loro vogliono vedere a tutti i costi. 

ma marina lotta anche contro il vento, in un'altra memorabile e iconica scena del film, per tenersi ben stretto il diritto di andare rendere l'ultimo omaggio all'uomo che l'ha amata e che lei amava. 

in un commovente primo piano, le lacrime scendono, ma finalmente riesce a piangere, lasciando che quelle lacrime sgorghino e mostrino un vero sentimento di affetto verso quell'uomo che di lì a poco verrà ridotto in cenere. 

non sono lacrime richiamate dalla rabbia e dal risentimento; lacrime che scendono ma che non devono far trapelare nessuna emozione provocata dai famigliari gretti e violenti del suo compagno. 

quel mostro mitologico; l'ipotesi assurda; il sogno vano; l'utopia che è tutto ciò che con cattiveria i famigliari di orlando vogliono vedere da sfogo al cimitero, quando in modo volgare e cafone le impongono di scansarsi dal vialetto che il funerale ha già avuto luogo; prima che lei segua il ricordo del suo uomo al crematorio; si gira verso quei mostri bercianti e sale sull'auto sfogando e vomitando fiamme di disprezzo per essere stati fratelli, moglie e figli degni di uno sputo dell'inferno e non assolutamente del caro defunto che non hanno nemmeno voluto seguire nel suo ultimissimo viaggio prima di tornare cenere. 

UNA DONNA FANTASTICA, è un lucido esempio di ottimo cinema. un thrilling accompagnato dalle sinuose e tintinnanti musiche di matthew herbert e costruito intorno al viso e al corpo minuto di una diva a tutto tondo, stupenda e memorabile, meravigliosa e grintosa per accaparrarsi e tenersi stretto un aggettivo che solo per il fatto di riuscire ad affrontare quella bolgia di inumani esseri viventi, si meriterebbe.... la vita va avanti; un sogno le è stato strappato via; e la sua esecuzione di un'"ombra mai fu" chiude con gli applausi un film intenso e indimenticabile.

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