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The end? L'inferno fuori

Regia di Daniele Misischia vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The end? L'inferno fuori

di axe
7 stelle

Una giornata come tante altre, a Roma. Nonostante il traffico impazzito sul Lungotevere, il manager Claudio Verona riesce ad arrivare presso il posto di lavoro. Seppur ancora in giovane eta', e' un personaggio ambizioso e manipolatore; sentimenti e difficolta' altrui gli interessano poco, e malsopporta qualsiasi intralcio nei "meccanismi" della propri vita. Pertanto, nel momento in cui rimane bloccato all'interno di un ascensore, non riesce a mantenere la calma, e compone molte telefonate per ottenere una rapida soluzione del problema. Da quanto si apprende, pero', c'e' molto movimento in giro. La citta' e' scossa da un evento misterioso. Inizialmente, si pensa ad un attentato terroristico, poi non trapela altro. Ma quasi tutti, nel palazzo ove e' bloccato il giovane manager, perdono il senno e si trasformano in mostri assetati di sangue. Per Claudio Verona inizia una lotta per la sopravvivenza, combattuta dall'interno dell'ascensore, bloccato con le porte semiaperte, mentre i contatti con l'esterno si fanno gradualmente piu' radi e sconfortanti. Buon film horror, ben montato ed interpretato. Il regista sembra ideare un percorso "morale" per il protagonista. Lo tratteggia con estrema accuratezza e realismo, lo colloca in una posizione difficile, lo sottopone ad una serie di "prove", e ce lo "restituisce" ... cambiato, o no ? Nei momenti piu' duri, il giovane, cinico ed amorale, mostra di aver compreso quali errori ha commesso nell'ordinare la propria "scala delle priorita'". Dopo aver compreso che il peggio e' passato, pero', insieme al sangue freddo, Claudio mostra una certa arroganza, che ci lascia nell'incertezza circa la propria crescita morale. Il regista dosa abilmente l'intreccio, che si affianca al montare della tensione. Il protagonista percepisce in maniera frammentaria lo scatenarsi della tragedia, di cui non vengono chiarite le cause. Ne vive pero' la fase centrale, tra scontri, aggressioni, tentativi di salvataggio. Il sangue scorre copiosamente, ma sempre in rapporto alle necessita' narrative. Le scenografie sono ridotte al minimo, quasi tutto il film e' girato tra un semplice ascensore metallico e l'antistante corridoio. Niente di eccezionale gli effetti speciali. Nonostante tali limitazioni, il regista non mostra alcuna timidezza, ne' cede al manierismo. Il film si presenta "solido", con personaggi che convincono, perche' di fronte alla sconvolgente minaccia reagiscono in maniera realistica. Buon lavoro, che fa piacere sapere essere stato realizzato in Italia.

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