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Moglie e marito

Regia di Simone Godano vedi scheda film

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Fanny Sally

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La recensione su Moglie e marito

di Fanny Sally
6 stelle

Il presupposto non è nuovo, ma il buon ritmo e la coppia di bravi attori protagonisti riescono a rendere coinvolgente la visione.

L’eterna guerra dei sessi è stata coniugata dalla letteratura e dal cinema in svariate forme, il tema di fondo resta comunque la sostanziale diversità non solo fisica, ma anche e soprattutto mentale ed emotiva tra uomo e donna, che molto spesso porta ad una reciproca incomprensione, e di conseguenza alla rottura di quel legame affettivo che, se agli inizi trova fondamento proprio sulla classica legge dell’attrazione degli opposti, a lungo andare finisce per infrangersi proprio di fronte all’insormontabile divario che permane tra queste due entità in continua collisione, eppure protese a cercare di trovare comunque dei punti di contatto, spinti dal bisogno costante l’uno dell’altra.

 

Andrea e Sofia sono una coppia come tante altre: sposati da un buon numero di anni, genitori di due figli ancora infanti, entrambi molto presi dalla loro carriera che è giunta ad un passo dalla definitiva affermazione nei rispettivi campi, lui neurochirurgo impegnato in una ambiziosa e futuristica invenzione, lei aspirante conduttrice di programmi televisivi dell’ambita fascia pomeridiana. È principalmente il lavoro e la loro concezione egoistica della propria vita ad averli allontanati, tanto da iniziare a discutere di divorzio. Andrea, messo alle strette dalle scadenze del suo progetto e dal timore di vedersi negare un importante finanziamento, decide senza tanto rifletterci, di testare la sua invenzione su se stesso e sulla propria moglie: l’obiettivo dovrebbe essere quello di riuscire a trasmettere il pensiero da un corpo all’altro tramite un bislacco macchinario (molto analogico nella sua fattura...) di sua ideazione, ma nel momento in cui effettua questo primo tentativo, qualcosa va storto: la sua coscienza si riversa in quella della moglie e viceversa. Insomma avviene un vero e proprio scambio di corpo e di personalità. Questo bizzarro incidente ovviamente darà luogo ad una serie di equivoci, tragicomici, ma permetterà anche ai due di vivere concretamente l’uno la vita dell’altra e quindi a ricominciare piano piano a comprendersi, se non addirittura a conoscersi davvero.

 

Lo spunto dello scambio di corpi non è propriamente una novità, anzi il cinema e ancora prima la letteratura, ce lo hanno proposto in svariate occasioni, più o meno memorabili (madre e figlia tra le più comuni, ma anche uomo/donna, grasso/magro, eccetera), tuttavia l’opera prima di Simone Godano si lascia guardare con piacere, supportata da una sceneggiatura briosa che sa mescolare i momenti comici a quelli più romantici e riflessivi, pur tra qualche ingenuità buttata qua e là, e soprattutto trova un’ottima coppia protagonista nel duo Kasia Smutniak e Francesco Favino, che, pur non potendo rifuggire alcuni inevitabili stereotipi nella rappresentazione classica di maschile e femminile, si calano con divertimento, ironia e misura nelle loro (doppie) controparti ed hanno una notevole sintonia. Altrettanto funzionali i personaggi di contorno affidati, tra gli altri, a Valerio Aprea.

 

Un’insolita commedia romantica con qualche leggero spunto di riflessione e un finale meno scontato e risolutivo del previsto.

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