Espandi menu
cerca
Coco

Regia di Lee Unkrich, Adrian Molina vedi scheda film

Recensioni

L'autore

ilcausticocinefilo

ilcausticocinefilo

Iscritto dall'11 giugno 2019 Vai al suo profilo
  • Seguaci 63
  • Post 32
  • Recensioni 189
  • Playlist 34
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Coco

di ilcausticocinefilo
6 stelle

A seguito del non eccezionale Cars 3, la Pixar tenta, con il suo 19° lungometraggio, di risollevarsi con questo simpatico cartoon incentrato su una delle più importanti tradizioni messicane: Día de Muertos, ovverosia il Giorno dei morti.

 

Seppur a tratti efficace, c’è da dire però che questo Coco è stato fatto oggetto di un’acclamazione critica spesso esagerata. E’ forse superiore alla media se si guarda all’ambito del cinema d’animazione per ragazzi in li­nea generale, ma nell’ambito ristretto, invece, della vasta e variegata filmografia Pixar, moltissimi film gli sono superiori (Monsters & Co., Gli Incredibili, Toy Story 3, Ratatouille, Up, WALL-E).

 

 

scena

Coco (2017): scena

 

 

La premessa non è per nulla originale (The Book of Life è solo l’ultimo in ordine di tempo ma è doveroso ricordare anche, almeno, La sposa cadavere), e quel che di nuovo il film Pixar aggiunge spesso non è perfetta­mente riuscito. Ad esempio, deriveranno anche dalla cultura messicana, ma le fattezze degli alebrije, gli spiriti-guida (come ad esempio quello che segue le tracce di Miguel) stridono alquanto con l'ambiente circostante e il resto dell'animazione.

Inoltre, i conti­nui intermezzi musicali non colpiscono sempre nel segno (ricordando in questo più un film della Di­sney), e la canzone portante, Remember Me (esagera­tamente premiata con l’Oscar), è melensa e poco me­morabile (meglio tacere poi dell’adattamento italia­no). Proprio riguardo gli adattamenti, un giorno gli addetti alla distribuzione dovranno render noto perché in Italia ci si ostini a doppiare le canzoni (spesso me­glio riuscite nella versione originale). Ma, particolarità di questo caso, gli autori americani probabilmente vorranno render noto altresì perché abbiano deciso di realizzare quasi tutte le canzoni (salvo una) in inglese, un lingua palesemente meno musicale dello spagnolo (e, difatti, il momento migliore è quando Imelda si ritrova a cantare la tradizionale La Llorona). Credo che, come molti anglofoni, soffranno d'un complesso d'inferiorità dovuto allo stridore della loro non musicalissima lingua (che, dunque, per converso sono ben lieti d'imporre al mondo intero), ma questa è un'altra storia...

 

 

scena

Coco (2017): scena

 

 

Ritornando al film, è evidente che quelli sopracitati come difetti a qualcuno potranno invece apparire come pregi (l'onnipresenza di canzoni a modesto avviso di chi scrive poco memorabili; le raffigurazioni degli alebrije ecc.), ma anche la morale del film, al di là di tutta la retorica sedicente positiva, è urticante.

Ma, prima di parlarne, è meglio spendere due parole su un altro aspetto non proprio entusiasmante dal punto di vista d'uno spettatore che abbia superato l'età dei 6 anni (ma, per la verità, ho l'impressione che anche i bambini possano finire per ritenerlo alquanto noioso): un aspetto onnipresente nella prima parte del film. Ovverosia, una tendenza spinta al didascalismo più illustrativo e calligrafico e meno appassionante che ci sia, una tendenza alla pesantezza formale che certo non ci si aspetta da un film della Pixar (forse della Disney, ma non della Pixar). Il continuo intervenire della voce fuori campo del protagonista a spiegare gli avvenimenti induce allo sbadiglio per una buona ventina di minuti e forse più, e dimentica che al cinema (per non parlare del cinema rivolta ai ragazzi, come in questo caso) si dovrebbe "mostrare" non "spiegare", o se vogliamo "illustrare".

 

 

scena

Coco (2017): scena

 

 

Quando finalmente Miguel entra nel mondo dei morti, comunque, il film si riprende e acquista in ritmo e vivacità, oltreché in trovate visive (citatissima quella del ponte composto da innumerevoli petali), malgrado la linearità, semplicità e prevedibilità del raccontto (che, comunque, visto il pubblico a cui il film è rivolto non si può annoverare esattamente come un difetto [ed è, difatti, tipica di numerosissimi altri cartoons]).

E le animazioni, ci mancherebbe altro, rimangono come di consueto assolutamente eccezionali: gli sfondi, gli ambienti, ricreati nei pur minimi dettagli, sono fantasiosi e coloratissimi, e anche nella resa dei personaggi (sempre più complessi dal punto di vista fisiognomico) si rivela tutta la maestria e minuziosità degli animatori Pixar.

E, ancora, Coco regala almeno un paio di scene dal sicuro impatto emotivo e che sapranno far versare una lacrimuccia ai più sensibili e magari suscitare persino ad una riflessione per nulla scontata i più adulti in merito all'importanza della memoria e, inoltre, in merito all'avidità e all'egoismo insopprimbili dell'uomo, oltreché alla sua forse irredimibile superficialità.

 

 

scena

Coco (2017): scena

 

 

SPOILER:

Ma, come accennato, la vera morale al cuore del film risulta invece piuttosto seccante, e neanche troppo velatamente retrogada. La retorica familista si fa via via sempre più ingombrante, fino a culminare in un finale che, di detta retorica, rappresenta un'apoteosi. "La famiglia può farti quello che vuole, può opprimerti come vuole, ma non importa, perché la famiglia rimane pur sempre la famiglia", sembra voler dire il film.

Più nello specifico, viene paradossalmente rappresentata allo stesso tempo come un'istituzione troppo spesso cristallizzata, chiusa in se stessa, che pretende di perpetuare sempre un medesimo ordine a prescindere dalle mutate circostanze (in questo caso, per dirla semplice, "tutti devono diventare calzolai, e sia mai che qualcuno osi provare a fare dell'altro!") e però allo stesso tempo come l'unico ambito in cui la vita dell'uomo può acquisire di senso, anche in quei casi nel quale si riveli invece, come detto, una realtà opprimente e incapace di accettare l'individualità, le spinte, le passioni, i sogni, i desideri e i talenti del singolo, che no, deve rimanere inchiodato alla famiglia in qualunque caso, "no matter what", per così dire (perché è un puro caso che la famiglia stessa, quella nel "mondo reale", arrivi ad accettare Miguel che però sarebbe stato pronto a ritornare anche a condizione di rinunciare a tutto ciò che ama fare e che illumina le sue giornate. E, comunque, anche la "famiglia dell'adlilà" arriva a ricredersi solo dopo aver scoperto la verità, e non per un vero, profondo sentire come si vorrebbe far credere [perché, se nulla fosse successo, se Miguel non fosse arrivato, avrebbero tranquillamente lasciato scomparire per sempre Hector, senza rimorso alcuno, e senza credere alla sua versione dei fatti, senza perdonare [alla faccia della carità...]).

FINE SPOILER

 

 

scena

Coco (2017): scena

 

 

Al netto di tutto ciò, come detto il film ha anche numerose qualità, ma sono per la gran parte prettamente tecniche, mentre la storia non solo scricchiola non poco ma porta in senso un messaggio se non altro ambiguo. Diversi personaggi sono comunque assolutamente riusciti (tra tutti, Hector) e il film si afferma come un perfetto prodotto d'intrattenimento per famiglie, seppur non faccia di certo parte della cerchia ristretta delle opere migliori della casa californiana.

 

 

scena

Coco (2017): scena

 

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati